Cosenza: il culo di Guarascio, la punta e il Braglia furioso

Che cosa resta di una notte che poteva essere magica e invece non lo è stata? Al “Gigi Marulla” per la “prima” casalinga del nuovo campionato tra Cosenza e Salernitana c’era un colpo d’occhio straordinario, tenendo presente che Sky contemporaneamente trasmetteva la “partitissima” Juve-Napoli. Quasi diecimila biglietti venduti, mille rivali salernitani nel settore ospiti a dare più pepe alla contesa e i profumi e il sapore del calcio che conta, con tanto di ex ct della Nazionale sulla panchina avversaria.

La sconfitta è stata una beffa, diciamocela tutta, perché la Salernitana non ha fatto proprio nulla per vincere, ha segnato un gol casualissimo, in contropiede (!) ed è stata fortunata come non mai perché quando il Cosenza ha cercato la via della porta ha trovato sulla sua strada addirittura due traverse… Ecco, se c’è una cosa che nessuno aveva previsto è stata proprio l’assenza di… culo, sì quel culo che – diciamocelo anche stavolta con tutta franchezza – spesso e volentieri ha accompagnato l’era Guarascio in terra bruzia. E che invece in due partite non solo non si è visto ma ha girato clamorosamente le spalle al Cosenza, che è arrivato alla terza traversa colpita (anche a Crotone Carretta aveva colpito un legno).

Il celeberrimo culo di Guarascio ieri notte così come a Crotone non ha aiutato la nostra squadra del cuore, niente da fare. E così a fine partita, invece di darsi di gomito e di brindare compiaciuti alla buona sorte che di solito ci bacia, stavolta tutti non si davano pace per la sfiga che si è materializzata in due maledette traverse colpite nel giro di qualche secondo. Ma non solo: quando il culo ti abbandona, improvvisamente escono fuori tutte le magagne che non riuscivi a vedere. Per esempio, quel benedetto attaccante che ancora Guarascio si ostina a non voler comprare e che – se tutto va bene – arriverà all’ultimo giorno di mercato e che seguirà di appena qualche ora il regista e il terzino, anche loro arrivati praticamente fuori tempo massimo. E se lo scorso anno, proprio il primo settembre, ce la prendevamo tutti con il sindaco cazzaro per averci fatto perdere a tavolino la partita col Verona per le condizioni del terreno, ieri notte la colpa non era più di colui che dice cazzate ma dello stesso presidente, che messo alla prova della gestione non è che abbia fatto molto meglio. Basta ascoltare quello che ha detto uno scandalizzato Ventura alla fine della partita. E se il tifoso alla fine ha preso la sconfitta con una buona dose di filosofia… cosentina, il più incazzato di tutti era mister Braglia, che non potendosela prendere con il colpevole numero uno ovvero il suo presidente, sbraitava contro tutto e contro tutti per ‘sta maledetta battuta d’arresto…

L’arbitro e il quarto uomo rei di aver annullato un gol buono a Pierini del quale invece si sono accorti in pochi; i suoi giocatori che hanno fatto fare quaranta metri di campo palla al piede a Cicerelli senza buttarlo giù (Bittante e Kanoutè sul banco degli imputati anche se non sono stati mai citati direttamente); anche qualche cazzone di giornalista che nel corso della settimana per leccare il culo (non quello di Guarascio…) al sindaco aveva rotto le palle col terreno di gioco e in generale chiunque si avvicinasse per rincuorarlo e dirgli che, in fondo, si è perso non meritando e che c’è tutto un campionato davanti. “… Intanto le partite si perdono e non ritornano più…” continuava a ripetere nel suo inconfondibile slang toscano.Cosa ci resta allora di questa notte che poteva essere magica e non lo è stata? Poco, molto poco, se togliamo il culo di Guarascio, la punta che non c’è e il Braglia furioso. O forse no, qualcosa rimane: lo striscione dei salernitani, che facendo il verso a quello dello stagione scorsa degli Anni Ottanta, accomunava nel ricordo il nostro Piero Romeo e il loro Siberiano. Certo, è poco, molto poco, ma sarà certo meglio di niente in attesa che ritorni il culo, arrivi la punta e magari si riesca ad aggiustare ‘sto campo che sta diventando una barzelletta…