Cosenza, il gran casino degli Oss: vi raccontiamo la nostra lunga storia di assurdo precariato

Tra gli Oss (Operatori sociosanitari) calabresi è in atto ormai da tempo una sorta di “guerra tra poveri” fatta di anni di precariato, di false promesse dei politici e di tanta miseria umana. Ce ne stiamo occupando anche noi attraverso una serie di testimonianze assai significative, che descrivono bene – purtroppo – questo triste fenomeno. Oggi ci ha scritto una Oss cosentina, che risponde alle precedenti lettere di un collega reggino, anche lui simbolo di un “sistema” che affama la gente per squallidi obiettivi.

Eccone il testo integrale. 

Caro collega O.S.S., ti racconto una bella favola: ti racconto di come siamo stati assunti “a tempo indeterminato” come ausiliari specializzati nell’Asp di Cosenza qualche anno fa ovvero nel 2009/2010. Scusami se ti dò del tu ma di solito le favole si raccontano a persone che sentiamo vicine. Dico che si tratta di una favola perché probabilmente nella nostra amata Calabria non era mai stato assunto personale senza avere alcun tipo di raccomandazione (la chiamano anche sponsor, favore, maniglia, chiave, ecc.).

Come puoi supporre, abbiamo iniziato lavorando a tempo determinato: negli anni 2002/2003/2004 si faceva domanda all’ufficio di collocamento perché l’allora Asl richiedeva, ogni sei mesi, degli ausiliari specializzati e, nei primi tempi, veniva redatta una graduatoria solo in base all’anzianità di iscrizione nelle liste di collocamento (per essere chiamati a lavorare servivano almeno 15-20 anni di iscrizione). In tal modo un gruppo di lavoratori si alternava lavorando a turno come ausiliario ogni sei mesi. Successivamente furono introdotti altri criteri (alcuni clientelari) tra i quali quello di aver già lavorato a tempo determinato per un certo periodo nelle Asl pubbliche per cui si formò un bacino di lavoratori abbastanza nutrito che lavorava a tempo determinato.

Per farla breve, a seguito di varie lotte iniziate a partire dal 2005 con istanze, articoli sui giornali, occupazioni, cause di lavoro, manifestazioni, contestazioni di vario tipo, incontri con il Prefetto, assessori regionali, sindaci, politici, ecc. nel 2009/2010 tutto il personale ausiliario, che aveva lavorato per almeno 36 mesi a tempo determinato nell’Asp di Cosenza, venne stabilizzato.

L’assunzione a tempo indeterminato avvenne, in alcuni casi, perfino per concorso, anche se le norme in realtà non lo prevedevano. Ma gli strascichi legali delle vertenze, intentate in primis dagli ausiliari specializzati ma in seguito anche da altro personale (si parlò di 439 lavoratori), per ottenere la stabilizzazione obbligarono l’Asp di Cosenza a sborsare oltre un milione di euro di risarcimento danni ai lavoratori. Tuttavia, non tutte le ciambelle vengono col buco: vi furono delle differenziazioni nelle stabilizzazioni degli ausiliari. Un gruppo venne assunto a tempo pieno, un altro gruppo più cospicuo venne assunto part-time a 18 ore settimanali (in quanto un direttore generale dell’Asl nel 2005, di comune accordo con un sindacato, decise di assumere a tempo determinato il personale ausiliario con le ore dimezzate con il fine di fare entrare nel bacino il doppio delle persone) ed un altro gruppo ancora fu stabilizzato in seguito, sempre part-time, dopo essere stato mantenuto in servizio a tempo determinato.

Nel frattempo quasi tutti si preoccuparono di ottenere un attestato di O.S.S. poiché la figura di ausiliario in realtà sarebbe già dovuta scomparire e d’altra parte quasi tutti gli ausiliari all’interno dei reparti per anni hanno svolto e svolgono tuttora anche le mansioni di O.S.S. Molti presero attestati O.S.S. decretati dalla Regione Calabria, altri anche fuori regione ed alcuni si arrangiarono comprando il titolo (come purtroppo capita spesso). Tuttavia, ad inizio 2014 quasi tutti gli ausiliari di ruolo vennero riqualificati in servizio ad O.S.S. (la frequenza dei corsi avveniva anche al posto delle ore di lavoro previste nei reparti), dopo un corso della durata di 1000 ore, deliberato dalla Giunta della Regione Calabria e sovvenzionato con fondi dell’Unione europea. Quindi già nel 2014 si sarebbero dovuti indire i concorsi interni per il passaggio ad OSS di tale personale riqualificato.

Ma arriviamo ai giorni nostri: dalla delibera del direttore generale dell’Asp di Cosenza n° 817 del 8/5/2018 avente ad oggetto il fabbisogno personale Asp Cosenza 2018/2020, si evince la carenza (aggiungerei atavica) di personale O.S.S. all’interno dell’Asp di Cosenza: su un fabbisogno di 529 unità sono in servizio solo 126 O.S.S. Ne mancano ben 403 ma è necessario innanzitutto passare ad O.S.S. 210 ausiliari che sono già stati riqualificati: quando verrà effettuata questa semplice operazione, che per prima cosa porrebbe fino ad un grosso abuso e secondariamente, in base al principio di economicità ed efficienza (diminuzione di 1000 unità del fabbisogno), garantirebbe almeno in parte i L.E.A.?

Ma c’è di più: la scusa del direttore generale di Cosenza per non avviare l’operazione è sempre stata la mancata autorizzazione da parte del Commissario ad acta Scura. Eppure il mese di agosto questo ostacolo sarebbe stato superato da un accordo tra Commissario ad acta-ASP di Cosenza e Crotone e organizzazioni sindacali.

Siamo ormai a dicembre ma del bando di selezione interna neanche l’ombra: per sopperire alla carenza di O.S.S. si preferisce continuare ad aumentare esponenzialmente le ore di straordinario per coprire i turni, con notevoli incrementi di spese. Ci chiediamo quali siano i “veri” motivi di tale attesa che ormai dura da troppi anni…

Questa situazione ci ricorda quella dell’autista che si ferma all’ingresso di una rotonda poco trafficata, dove al centro per abbellimento ci sono le statuette dei sette nani; egli continua a stare fermo, indeciso se passare o meno, anche se non transita nessuno: prima guarda a destra (da dove non possono provenire altre auto), poi a sinistra, poi di nuovo a destra e poi di nuovo a sinistra, finché dopo qualche minuto dall’auto dietro si sente sbraitare: “Guarda questo: muoviti!!! Ma chi stai aspettando? Biancaneve?”. Non so se ho reso l’idea, caro collega, ma penso proprio di sì.

Comunque, ho letto attentamente il bando del concorso dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria e non mi pare che dicesse che la graduatoria sarebbe servita a coprire i posti di O.S.S. di tutto il territorio calabrese. In quel caso avremmo anche partecipato: abbiamo fatto domanda di partecipazione ai vari concorsi delle Aziende vicine. Ad ogni modo siamo sempre più convinti che nel momento in cui si usino graduatorie di altre Aziende, senza tener conto dei contesti interni, si commettano degli abusi come ad esempio quello che tu stesso hai citato.

Risulta anche a noi che la fantomatica graduatoria del 2007, da cui l’Asp ha reclutato una cinquantina di “O.S.S.” (siamo sicuri che lo siano?) che lavorano e continuano a lavorare “a tempo determinato” ormai dall’ottobre 2016 nei presidi ospedalieri dell’Asp di Cosenza, sia stata stilata senza alcun concorso. Qualcuno ha osato chiedere alla Direzione Generale dell’A.S.P. se volesse rendere pubblica tale graduatoria o lista (dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza???), indirizzando l’istanza anche alle Procure di Castrovillari e di Cosenza, ma ovviamente silenzio assoluto.

Saremmo curiosi di saperne di più e sapere anche come si concluderà la vicenda nell’ottobre 2019 quando gli “O.S.S.” avranno raggiunto la soglia dei trentasei mesi di servizio a tempo determinato.

Spero a questo punto che sia chiaro perché non abbiamo partecipato al concorso di Reggio Calabria: per quale cervellotica ragione una persona assunta a tempo indeterminato in una Azienda della provincia di Cosenza deve fare un concorso (seppure per una qualifica superiore) per essere assunto in una Azienda di Reggio lontana chilometri, quando gli spetta un posto nella propria?  Invece il concorso di Crotone prevedeva una riserva per gli ausiliari muniti del titolo di O.S.S. che avessero lavorato nell’Azienda di Crotone per 5 anni (come noi del resto nella nostra Azienda). Perché avremmo dovuto concorrere per un concorso riservato in un’altra Azienda senza avere la riserva che invece ci spetterebbe di diritto nella nostra?

La maggior parte di noi ha fatto domanda di partecipazione ai concorsi ancora non espletati (Asp e Azienda Ospedaliera di Cosenza) nella nostra provincia; qualcuno ha anche partecipato a quello del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e sappiamo come è andato a finire. Mi chiedo: coloro che hanno partecipato al concorso di Catanzaro ora saranno felici che per coprire i posti sono stati chiamati da altre Aziende? Di chi è la colpa di tutto ciò? Degli stessi che hanno indetto il concorso-farsa?

La notizia di oggi è che al Pugliese-Ciaccio manterranno in servizio, incrementando anche le ore di lavoro da part-time a full-time, il personale O.S.S. ed infermieristico che già lavora a tempo determinato, in attesa del “riespletamento” dei due concorsi… Non ci sentiamo di aggiungere altro, solo un enorme in bocca al lupo a tutti i nostri colleghi O.S.S., sicuramente più giovani di noi, che sognano di lavorare in Calabria…

Grazie dell’attenzione