Nel glorioso regno della sanità calabrese, dove i miracoli sono più rari dei posti letto, Cosenza conquista un nuovo record mondiale: 13 ambulanze ferme davanti al pronto soccorso, di cui 7 in codice rosso.
Lo denuncia Franz Caruso, sindaco di Cosenza.
Altro che “sistema sanitario nazionale”: qui siamo al sistema sanitario medievale, con l’unica differenza che almeno nel Medioevo c’era qualcuno che ti confessava prima di morire.
🏥 Il pronto soccorso o il parcheggio multipiano delle ambulanze
Fuori dall’ospedale, le sirene non suonano più per emergenza: servono solo per far sapere che sono ancora vive.
Sul piazzale le ambulanze vuote, all’interno del Pronto Soccorso pazienti parcheggiati come carrelli della spesa: stanchi, doloranti, ma ottimisti — qualcuno ha pure detto:
> “Almeno io una barella ce l’ho!”.
Nel frattempo, il personale del 118 ha raggiunto il livello di stress di un minatore ucraino, come anche medici e infermieri all’interno del PS.
La situazione è a dir poco imbarazzante e come ultima soluzione (che poi è la più spicciola) si adotta Il “blocco dei codici“, con conseguente invio di ambulanze verso altri ospedali, tipo Paola, Acri, Rossano… una vera e propria “via crucis” per qualsiasi paziente.
Il sindaco Franz Caruso ha perso la pazienza — e pure la voce — lanciando un appello accorato:
> “Il diritto alla salute è a rischio!”
Giustamente. Ma il problema è che, all’ASP, “diritto alla salute” è un’espressione sconosciuta, come “turni regolari” o “assunzioni per merito”, o “nuove postazioni”. Come anche in ospedale se dici “diritto alla salute”, capiscono “più posti letto”, “più ospedali”, più personale sanitario”…
Infatti parlare col dg Graziano “Strafalaria” o con il De Salazar dalle Mille e una Notte è, come dicono i cosentini,
> “cumu parrà ccu nu muru!”.
Solo che parlando col muro, almeno, ti rimbalza qualcosa….
🧱 L’ASP e l’Azienda Ospedaliera di Cosenza: due muraglie di gomma
Nessuno ascolta, nessuno risponde. Nessuno comanda…
Nel settore dell’emergenza-urgenza, il clientelismo è talmente radicato che persino le ambulanze e le barelle del PS hanno la tessera del partito.
Ogni mezzo risponde a un santo protettore: San Raccomando, San Compare e Santa Zia Dirigente.
E se osi chiedere una soluzione, ti rispondono con la frase tipica del burocrate illuminato:
> “È tutto sotto controllo”.
Certo, sotto controllo…!
Nel frattempo, dai comuni limitrofi – Fuscaldo, Castrovillari, San Giovanni in Fiore, San Marco Argentano, San Demetrio Corone – arrivano altre richieste d’aiuto.
Solo che le ambulanze non possono muoversi: sono già in terapia intensiva pure loro.
Cosenza è diventata la città dei codici: rosso, giallo, verde, ma il più usato resta il codice “fanculo, arrangiati”.
E mentre i malati aspettano, qualcuno in Regione ancora sta stappando champagne con tanto di selfie davanti al “logo aziendale Regione Calabria” con la caption:
> “Missione compiuta, Abbiamo vinto. Grazie!”.
Sì, avete compiuto la distruzione della sanità pubblica. Complimenti.
⚰️ Conclusione (da barella d’onore)
In Calabria non manca la speranza, manca l’ossigeno.
Le ambulanze sono ferme, i pazienti pure, e la politica… in sosta vietata da trent’anni.
Il primo cittadino annuncia che lunedì chiederà un intervento urgente all’ASP di Cosenza e agli organismi competenti per porre fine a questa emergenza. “La salute è un diritto da garantire a Cosenza e in tutta la Calabria”, ha concluso Franz Caruso.
Ma tranquilli: la prossima settimana L’ASP e l’Azienda Ospedaliera, di comune accordo, dopo aver sentito Franz, apriranno un nuovo sportello innovativo.
Non per risolvere, ovvio.
Per insegnare come morire in attesa con educazione e rispetto del turno.
✍️ Calabria Magazine
“Perché se non li curano loro, almeno li curiamo noi… a parole.”









