Cosenza, la grande bufala di “Municipia” e tutte le falsità avallate da Occhiuto

marzo ’18

Egregio Direttore IACCHITE’

Dr. Gabriele Carchidi

Le scrivo per conoscere il Suo parere su un problema che, ritengo, ha interessato migliaia di cosentini.

Come Le è noto il sindaco di Cosenza, da me votato alla prima ed alla seconda candidatura, ahimè, ha stipulato un contratto con una società di nome “Municipia” non so se creata ad hoc) per la riscossione dei crediti o presunti crediti del Comune nei confronti dei residenti mettendo a disposizione gli archivi comunali per l’estrazione dei dati relativi ai contribuenti.

La Municipia (dr. Stefano Acquino responsabile del procedimento) nel mese di gennaio, in particolare nella seconda quindicina, ha inondato la città di Cosenza con richieste di pagamento IMU 2012, che, a prescindere dal merito della veridicità del contenuto e dalla correttezza della sanzione applicata per non averla corrisposta (il MASSIMO a prescindere se completamente non pagata o erroneamente parzialmente pagata), doveva, se inviata dopo il 31 dicembre 2017, essere PRESCRITTA e quindi illegittima.

Tale invio di cartelle esattoriali (in particolare la avvenuta prescrizione) è stato oggetto di una interrogazione consiliare al sindaco Mario Occhiuto da parte del consigliere Francesco Spadafora, il quale peraltro ha argomentato che Poste Italiane, interpellata in merito, aveva comunicato che le R/R di Municipia erano state spedite il 4 gennaio 2018 e quindi prescritte. La società Municipia invece, a chi va nei suoi Uffici, esibisce la cartolina di ricevuta che ritorna indietro al mittente con la firma del destinatario con su scritto la dicitura “spedita il 29 dicembre da Poste Napoli”. Com’è possibile? Chi ha ragione? Poste Italiane o Municipia?

La soluzione la si trova guardando bene la cartolina che, pur recando la scritta Poste Italiane, è diversa dalle comuni cartoline R/R che si trovano negli uffici, per cui viene da pensare che queste cartoline facciano parte di gruppi speciali che vengono consegnate a clienti che debbono effettuare numerose spedizioni e che le riempiono meccanicamente. La logica vuole questo, ma vi è un fatto incontestabile che corrobora questo argomento. La cartolina – ricevuta, con la scritta spedita il 29 dicembre, reca un numero identificativo che si riscontra anche nell’Avviso di pagamento. Sorge spontanea la domanda: come faceva Municipia a conoscere il numero che avrebbe dato Poste Italiane? È evidente che lo ha messo Municipia e che Municipia ha anche scritto spedita il 29 dicembre da Poste Napoli.

Orbene, io ritengo che chiedere con l’imperio di chi esercita un esercizio pubblico un debito che si sa prescritto (a prescindere dal merito) non sia corretto, ma, al limite, non è illegittimo (io ci tento, se va, va…) ma richiedere e sostenere la richiesta di un debito che si sa prescritto mediante la scrittura non veritiera spedita il 29 dicembre da Poste Napoli sia qualcosa non solo di illegittimo ma anche di illecito in quanto sembra di intravedersi quegli artefici previsti dall’art. 640 del codice penale.

Lei cosa ne pensa?

Lettera firmata

Caro lettore, sono onorato dal fatto che chieda proprio a me di esprimere un parere. La sua esposizione è stata chiarissima ed esaustiva e mi piace ricordare a lei e agli altri lettori che Iacchite’ si era già occupato di questa vicenda grazie alla segnalazione del Movimento per la Difesa del Cittadino (http://www.iacchite.com/lettere-iacchite-cosenza-la-cartella-pazza-imu-municipia/).

Questi signori di “Municipia” sono dei gran furboni, o almeno si ritengono tali, e credono di poterci prendere in giro come meglio possono, grazie naturalmente alla complicità del solito sindaco truffaldino che ci ritroviamo, il quale ha aperto porte e finestre al “business” di questa gente. 

Detto questo, io la penso esattamente come lei quando scrive che loro, per non saper né leggere e né scrivere (e devono essere anche parecchio presuntuosi, oltre che ciucci…), ci hanno provato e nel provarci hanno anche forzato la mano con la storia della spedizione e delle Poste. A questo punto, però, sono totalmente sputtanati e se ci fosse ancora rimasto qualche fesso pronto ad abboccare alle loro “richieste”, stavolta – come diciamo a Cosenza – ci hanno trovato il “padrone”. Lo stesso dicasi per il truffatore che indegnamente ci governa. 

g. c.