Cosenza. La nuora al Comune e il figlio alla clinica: cronaca tragicomica di una faida a Palazzo dei Bruzi

A Palazzo dei Bruzi sta andando in scena una pietosa faida di potere tra Franz Caruso da una parte (con contorno di guappi di cartone piazzati a presidente del Consiglio e assessori) e Michelangelo Spataro dall’altra (con contorno di altrettanta guapparia ma senza più posti di potere). Franz Caruso e la sua corte dei miracoli non hanno gradito per niente che qualcuno degli “spatariani” non solo abbia spifferato ai media di regime ma addirittura abbia “osato” intervenire ufficialmente sulla vicenda della nuora Rita Rocchetti pietosamente assunta per 3 anni al Comune in stile Cetto Laqualunque. E così, in una tragicomica conferenza stampa nella quale decantava le lodi della… nuora, ex candidata nelle liste di… Occhiuto nel 2016 e poi “piazzata” a Palazzo dei Bruzi in attesa di una nuova assunzione puntualmente arrivata grazie anche alle… nozze col figlio del sindaco, ha tirato fuori un po’ di scheletri dall’armadio della famiglia Spataro come rappresaglia. Ben sapendo tuttavia che se a Spataro l’operazione è riuscita, il merito è esclusivamente… suo. Ma tant’è.

Caruso, in particolare, ha parlato della famigerata questione relativa alla clinica “Villa della Serenità” di proprietà del Comune di Cosenza ma ubicata a Mendicino, che per un bel po’ di tempo è stata gestita direttamente dal figlio di Spataro, Leonardo, prima di essere passata a prestanome che tutti conoscono.

Si tratta di “Villa della Serenità” oggi diventata “Terza Età Srls” – ha urlettato con la sua inconfondibile erre moscia il “pennacchio -. Un immobile composto da 21 vani, con 1.300 metri di corte fittato a fronte di un misero e amorale canone da 1.150 euro all’anno. E c’è anche una morosità importanteAppena insediati ci siamo subito opposti a questo tipo di contratto dalla durata di sei anni…”. 

Ovviamente, Caruso mente perché la disdetta del contratto da parte del Comune era stata annunciata dai guappi che gli fanno corona ma non è stata mai applicata per accordi sottobanco tra i soggetti, che adesso evidentemente sono saltati ma che ormai non possono più incidere sull’affare nonostante Caruso faccia finta di sbraitare perché gli hanno toccato la… nuora.

Ma veniamo al quibus. Era il 16 dicembre del 2021 quando il guappo al servizio di Caruso girava per le redazioni dei giornali annunciando che il Comune stava per formalizzare la disdetta del contratto grazie al quale un gruppo di faccendieri s’è appropriato di una clinica nel territorio di Mendicino ma che è a tutti gli effetti di proprietà di Palazzo dei Bruzi. Disdetta che NON è mai arrivata al traguardo, lo ribadiamo. 

Parliamo della squallida e vergognosa vicenda della villa dell’800 di proprietà del Comune di Cosenza “occupata” da una banda di affaristi che fa capo a un ex assessore di Occhiuto e a un boss della sanità privata che hanno messo in piedi una Rsa abusiva che si chiamava “Villa della Serenità” (https://www.iacchite.blog/mendicino-villa-della-serenita-tutte-le-strade-portano-a-un-furbissimo-ex-assessore/) che per qualche tempo ha fatto anche tremare il palazzo del potere a Cosenza. Si può dire che sia il caso-limite della Giunta guidata da Mario Occhiuto che ha saccheggiato la città per 10 interminabili anni.

Per questa incredibile vicenda (a Reggio Calabria Falcomatà per molto meno è stato condannato a 1 anno e 4 mesi, ma lì c’è una procura seria mentre a Cosenza c’è il porto delle nebbie venduto al potere) ci sono in campo gli “amici degli amici” che in combutta tra di loro si sono prima autoassegnati “un bene inalienabile nel patrimonio pubblico del Comune di Cosenza del valore di 3.199.450,49 euro” (Villa della Serenità a Mendicino, appunto) e poi lo hanno “occupato” con una società intestata a prestanome e denominata “La Terza Età” – che gestisce una Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani, cioè Villa della Serenità a Mendicino. In sostanza, hanno apparecchiato la tavola e si stanno mangiando tutto, alla faccia dei cittadini.

Franz Caruso al suo insediamento (ma non serviva certo uno scienziato) ha “scoperto” che i conti erano tutti sballati, i bilanci fittizi e ha preannunciato l’ormai famosa operazione verità, che non è mai partita e che NON ha mai sputtanato la questione della Rsa di Mendicino.
E tutti sanno ormai chi è il grande regista dell’operazione, che è sicuramente uno dei responsabili di quello che si preannuncia – come minimo – un danno erariale grande come una casa, anzi come una villa, con la benedizione del cazzaro.

Ma andiamo per ordine.
Ai sensi dell’articolo 58 della legge n. 133/2008 ciascun ente individua, redigendo apposito elenco, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. In gergo tecnico e politico si chiama “Patrimonio”. 

Tra i beni iscritti nell’ormai famoso elenco del Patrimonio Comunale di Cosenza stilato da Giuseppe “uomo zainetto” Nardi ai tempi in cui era un “affiliato” dirigente del cazzaro (oggi invece si è trasferito alla corte di Robertino il parassita alla Cittadella di Catanzaro), ce n’è uno che è sicuramente tra quelli di maggior valore, il Palazzo Villa della Serenità nel Comune di Mendicino. L’elenco è stato approvato dal consiglio comunale e per questo è a conoscenza di tutti i consiglieri della passata legislatura, molti dei quali sono stati rieletti.

Se quindi c’è un bene che dovrebbe essere valorizzato o venduto è proprio Villa della Serenità. E invece no. Il bene iscritto al Patrimonio del Comune è stato dato a “poche lire” a questa società fantasma di prestanome e chiunque chieda informazioni “ufficiali” rimane fulminato (vedi un ex consigliere che cercava notizie). A questo punto, viene da chiedersi: ma chi era l’assessore responsabile di tale scempio amministrativo? Chi, avendo la responsabilità e quindi la delega del Patrimonio del Comune di Cosenza ha potuto pensare, progettare e acconsentire a tale “affidamento”? La delibera e la determina che hanno “approvato” l’affidamento della struttura comunale in qualche modo portano la firma di quell’assessore.

Siamo andati sul Sito istituzionale del Comune di Cosenza dove ancora albergano i campioni ex assessori compari del cazzaro (https://cosenza.etrasparenza.it/archivio3_personale_0_49004_0_1.html) e abbiamo scoperto che l’assessore con delega al Patrimonio era Michelangelo Spataro. E ormai lo sapevano benissimo sia il sindaco sia coloro i quali (nessuno escluso) lo accompagnano in questa tragicomica avventura. Gli avevamo dato ancora qualche giorno di tempo, prima di trarre inevitabilmente le conclusioni. Anche perché a Villa della Serenità parenti, congiunti, affiliati e affini della “banda” di Spataro sguazzavano che era una bellezza.

E così il guappo al servizio del sindaco si era affrettato ad annunciare una disdetta del contratto che di fatto NON è mai avvenuta. Anzi, a dicembre del 2021, Spataro ha intimato al figlio di levarsi dalla società che gestiva la clinica e di farle cambiare addirittura… nome, ovviamente in perfetto accordo con Caruso e la sua corte di guapparia. E infatti la clinica va avanti senza nessun problema. 

Franz, toccato sulla… nuora, ha provato a intimidire Spataro, il quale tuttavia non solo non si è “intimidito” ma ci ha calato anche il “carico” ed ha annunciato – ma non ci voleva neanche qui uno scienziato – che è alle porte un altro concorso “pilotato” che a quanto pare interessa il figlio di uno degli assessori di Franz, il quale – a quanto ci dicono – sta già facendo il “pazzo” perché Franz gli avrebbe già annunciato che non è il momento di fare altre clientele dopo tutto il casino dei giorni scorsi. Così vanno le cose a Palazzo dei Bruzi, avrebbe detto il vecchio Mancini. Mentre Cetto, a proposito della nuora assunta da Franz per il welfare avrebbe sussurrato: “Come fa le punture mia nuora… non c’è nessuno!”. E tutti i salmi finirono in… Rita!!!