Cosenza. La solitudine di Mauro e i suoi cavalli di terracotta (di Franco Panno)

di Franco Panno

La solitudine di Mauro, mi assale nei giorni festivi. Un uomo taciturno, solitario. Lavorava la creta, ma non si riteneva uno scultore. Vendeva i suoi oggetti nelle fiere, caricava, scaricava, tutto da solo. La sera lo incrociavo in una piccola cantina, consumava il suo mezzo litro di rosso, una carta oliata con su la sua cena preferita, alici e olive nere. Ascoltava senza parlare le disavventure degli avventori. E dire , che nei suoi settant’anni ne aveva viste. Vedovo, una figlia lontana e silenzi che celavano un vissuto, visibile nelle sue rughe e nell’aria assorta.

Si sapeva poco di quell’uomo gentile, scostante a volte. Lasciava la finestra, il primo piano della casa, aperta. Quando passavamo, sentivamo l’odore della creta, al nostro saluto, rispondeva con un cenno e un sorriso. Mi piaceva una coppia di cavalli di terracotta che teneva su una cassapanca, e che, chissa’ per quale motivo non vendeva. Li guardavo quei cavalli, piacevano tanto a Lisa. Sorrideva Mauro tutte le volte che li fissavo.

Arrivo’ il giorno che le sue condizioni di salute peggiorarono, il fumo, viaggiava ad una media di tre pacchetti, gli aveva intasato i polmoni. Non volle curarsi. Passavo piu’ del solito, chiedevo di cosa avesse bisogno, rispondeva con un ” Non ti preoccupare , e’ tutto sotto controllo. “Non era proprio cosi’. L’ultima volta lo vidi piu’ smagrito del solito. Si accorse del mio imbarazzo, sorrise. Le finestre chiuse, una mattina, dissero che Mauro se n’era andato. Un ricovero , e il suo saluto al mondo. Giorni dopo tornai nella cantina. Il suo posto era vuoto. Per un po’ nessuno volle sedersi, in quello che era per tutti un confessionale. L’oste mi consegno’ una cosa avvolta in un giornale, “Tieni, Mauro mi ha detto di darlo a te, prima di andare in ospedale”. Era la coppia di cavalli che avevo agognato per anni. Toccai il silenzio di Mauro. Il suo sorriso malinconico mi attraverso’ come un brivido. I cavalli che piacevano tanto a Lisa. Li tenni io.
Real man, Joe Jackson
Buona giornata