Cosenza. La tragedia del ponte e quel signore che vagava con la sigaretta penzolante (di Franco Panno)

di Franco Panno

La pioggia scendeva ininterrottamente, col naso appiccicato al vetro del bar, ne contemplavo la bellezza. Per un attimo la piazza s’era fermata. Un mese ancora di libertà e poi la scuola. Ottobre era all’angolo, già freddo, l’odore delle caldarroste, il campetto di calcio impraticabile, i pomeriggi tra TV dei ragazzi e i giochi sul pianerottolo.

A distogliere la mia attenzione, fu l’entrata nel bar di un signore, la sua figura diventò familiare, lo si incontrava spesso in giro per per la città. Era un uomo alto, camminava col capo chino, aveva una sigaretta penzolante, il barista, senza che lo chiedesse, gli versò due dita di Brandy, lui ringraziò e andò via. Questa scena la rividi più volte negli anni a venire nei bar del centro. Il signore che camminava sotto il sole e la pioggia col capo chino, sfuggì al crollo di un ponte, tragedia che sconvolse la comunità all’epoca. Ci furono dei morti, due operai, l’uomo che incontravo nei bar era il geometra della squadra dei lavori, scampò alla tragedia, pagò in altro modo. Da quel giorno non fu più lui, non resse a quel disastro. Un fatto di cronaca di tanti anni fa, ricordo come andò, due operai morirono sul lavoro, il geometra che vagava per la città morì, spiritualmente, quel giorno insieme ai suoi operai, la sua mente restò al boato di un ponte che crollava. Non ricordo se qualcuno dei veri responsabili pagò, è passato troppo tempo. L’immagine della tragedia per anni la incarnò quel signore che vagava con la sigaretta penzolante.

Era bello il mio ragazzo, Anna Identici
Buongiorno