Cosenza. La tragicomica “battaglia” per il sequestro dei beni della famiglia Pezzi di Spezzano Sila

A beneficio di coloro che volessero sapere qualcosa in più rispetto al sequestro di beni strombazzato questa mattina dalla Dda di Catanzaro ai danni di tale Erminio Pezzi di Spezzano della Sila, 61 anni, affiliato al clan Patitucci, è bene precisare subito che siamo davanti ad una sorta di “battaglia” tra il procuratore reggente Capomolla e i legali del Pezzi. Una querelle giudiziaria che si protrae ormai da tempo, fin da quando è scattata l’operazione Reset, a causa della quale Pezzi è in carcere da poco più di due anni. La Dda ha sequestrato i suoi beni proprio in occasione dell’operazione Reset e successivamente ha provato a sequestrate gli altri beni intestati ai suoi familiari in diverse circostanze e per ultimo con l’operazione Gentlemen 2.

Erminio Pezzi è titolare di un’azienda, è un allevatore e prima di essere arrestato gestiva un maneggio di cavalli – che gli è stato sequestrato – a quanto pare molto quotato nel settore degli allevatori. Sua moglie invece è titolare di un caseificio – sequestrato anche questo – e anche i figli della coppia, Riccardo e Angelo Pezzi, risultano titolari di un’azienda agricola.

Nell’ambito del procedimento Gentlemen 2 erano state sequestrate proprio le aziende riconducibili a Riccardo Pezzi ed Angelo Pezzi, nonché il compendio aziendale (quad, motoslitte, attività casearia, azienda agricola, immobili, terreni) sulla scorta dei reati contestati al padre Erminio sia a “Gentlemen 2” che a “Reset”. A seguito del ricorso per Cassazione, avverso l’ordinanza del tribunale del Riesame di Catanzaro, la sesta sezione della Cassazione aveva annullato il sequestro con rinvio.
Il sequestro preventivo era fondato su talune captazioni dalle quali sarebbe emerso il ruolo di gestore occulto di Erminio Pezzi.

Ovviamente la famiglia Pezzi – essendo vicina a Patitucci – è difesa da uno degli “scagnozzi” del solito Marcello Manna, il quale, qualche mese fa, aveva cantato vittoria sui suoi media di riferimento affermando che le intercettazioni non servivano e sottolineando che Riccardo ed Angelo Pezzi hanno le capacità patrimoniali tali da avviare le attività imprenditoriali. L’Ufficio di Procura invece evidenziava che vi era una sperequazione di oltre 800 mila euro, ma la Cassazione aveva dato ragione alla difesa.

Oggi però la situazione si è ribaltata e Capomolla stamattina ha svegliato la città di Cosenza con l’annuncio del nuovo sequestro delle due unità immobiliari, delle due imprese – l’azienda agricola e l’attività casearia – e dei relativi patrimoni aziendali, comprendenti numerosi appezzamenti di terreno, motoslitte, quad e rapporti bancari…

Insomma, senza voler per questo “difendere” Pezzi – che già è difeso dai soggetti di cui sopra – siamo al braccio di ferro tra Capomolla e i legali del malcapitato imprenditore, al quale consigliamo vivamente di cambiare… avvocati. Quanto al procuratore reggente, che probabilmente diventerà procuratore di Cosenza, sembra quasi che stia facendo “pratica” e di conseguenza, a maggior ragione, il Pezzi dovrebbe pensare seriamente a cambiare legale.

C’è un altro particolare non certo secondario che deve avere indispettito e non poco il prode Capomolla. Qualche settimana fa, agli inizi del mese di ottobre, Erminio Pezzi aveva inteso rilasciare alcune dichiarazioni spontanee nell’ambito del rito abbreviato del processo Reset nelle quali affermava di lavorare sin da quando avevo dieci anni, e che mai e poi mai può essere tra gli organizzatori di questa presunta associazione mafiosa con Patitucci e gli zingari. E se con i nomadi diceva di non aver mai avuto rapporti, non negava invece di avere avuto a che fare con Patitucci, Di Puppo, Piromallo e D’Ambrosio. Il “capo” e Di Puppo erano “clienti” del caseificio, il fratello di Piromallo utilizzava il maneggio… ma nessuno gli ha mai chiesto di “mafiare”. E vi risparmiamo il resto.

Bene, questo accorato appello del Pezzi, dopo essere stato regolarmente trascritto, è stato pubblicato – certamente dietro indicazione dei “campioni” dei legali che lo seguono – sui media di riferimento dell’uomo che sussurra alle banconote dentro le mazzette. Non ci crederete ma dopo neanche 24 ore, è arrivata la notizia del sequestro dei beni della famiglia Pezzi… Ecco perché ribadiamo il nostro consiglio ai Pezzi: lasciate perdere questi avvocati che vi stanno portando alla rovina e magari evitate anche di rivolgervi a questi media di riferimento della cricca di “Mazzetta”, che – se non altro – portano male. A buon intenditor poche parole.