Stampalibera Sabato 22 febbraio 2025 – N. 68
L’ispezione programmata della garante della salute all’ospedale di Cosenza si rivela una passerella
La visita-farsa della garante della salute al Pronto soccorso
All’Annunziata manca il personale, ma si mettono toppe come i Caring nurse, la propaganda non serve
di Francesca Canino
Una visita programmata al Pronto soccorso dell’ospedale non può avere alcun valore. Il riferimento è all’iniziativa messa in atto dalla garante regionale della salute, Anna Maria Stanganelli, che si è recata in visita all’ospedale Annunziata di Cosenza solo pochi giorni fa. La meta della garante è stato il Pronto soccorso, noto ai cosentini per le centinaia di accessi al giorno e per la storica disorganizzazione. Problemi, questi, che si inseriscono in una categoria più ampia, quella, cioè, delle carenze. Da anni manca il personale al nosocomio bruzio, le prestazioni, pertanto, non possono raggiungere livelli sufficienti. Purtroppo si perde tempo a litigare sul sito su cui dovrà sorgere il nuovo ospedale e a fare il ‘gioco’ della politica e dei signori della sanità privata anziché mettere in atto una serie di provvedimenti concreti per risollevare le sorti dell’Annunziata. Un problema improcrastinabile, poiché il nuovo ospedale, se mai si deciderà di realizzarlo, potrebbe essere terminato, o quasi, tra vent’anni e più, in linea con tutte le opere pubbliche meridionali. E potrebbe anche diventare la solita incompiuta, ovvero spreco di denaro pubblico e di suolo. Intanto, però, giunge all’Annunziata la garante, destinataria di segnalazioni da parte dei pazienti che sono passati dal girone del Pronto soccorso. Accompagnata dal direttore sanitario Pino Pasqua, Stanganelli avrà trovato tutto in ordine. Infatti, si sarebbe dovuta presentare all’ingresso del Pronto soccorso a sorpresa per rendersi conto delle reali condizioni in cui sono costretti a sostare gli ammalati. Non avrebbe, probabilmente, pronunciato le frasi-perla che sono risuonate come una propaganda al suo padrone.
«Proporre una nuova narrazione della nostra regione – ha dichiarato Stanganelli – e acquisire consapevolezza dell’importanza di una corretta comunicazione rappresentano degli strumenti imprescindibili se si vuole davvero dare un’immagine diversa rispetto ai vecchi stereotipi che molte volte penalizzano e mortificano la Calabria, più delle stesse criticità che attanagliano da anni la nostra terra. Se poi questi strumenti vengono applicati in modo lungimirante al sistema sanitario, possono diventare dei veri e propri mezzi rivoluzionari in grado di restituire fiducia e dignità ai cittadini. È il caso del nuovo servizio di “Caring nurse”, fortemente voluto dal presidente Occhiuto, di cui ho avuto modo di verificarne personalmente la bontà, in occasione del sopralluogo effettuato giovedì presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Annunziata” di Cosenza».
Parole vacue come “narrazione”, “comunicazione”, “strumenti imprescindibili” sono state usate solo per pubblicizzare il discutibile servizio di “Caring nurse” voluto dalla Regione, avviato nei tre Hub calabresi in via sperimentale per informare direttamente i familiari dei pazienti sullo stato di salute del congiunto nella fase più critica, quella, cioè, dell’ingresso nel Pronto soccorso. Equivale a dire che mentre la nave affonda si lucidano gli ottoni. I creatori del servizio sperano di eliminare i fatti deplorevoli di cui sono vittime i medici, gli infermieri e gli OSS, dimenticando che per evitare i disservizi e le aggressioni si dovrebbe aumentare il personale e potenziare la medicina territoriale. Su questo punto la garante così si esprime: «I pazienti spesso afferiscono al Pronto soccorso in numero massiccio perché non trovano altre risposte nella rete delle cure territoriali. Per cui, la chiave di volta resta sempre l’integrazione ospedale – territorio; tramite il potenziamento della medicina territoriale e operatori sanitari adeguatamente formati si possono intercettare i bisogni dell’utenza evitando anche accessi impropri al PS o per interventi di complessità medio – bassa e, inoltre, gli assistiti potrebbero essere veicolati in altre strutture sanitarie in grado di gestire pienamente la domanda di salute del cittadino».
Conclude salomonicamente la garante Stanganelli: «Permane inoltre il problema della carenza di posti letto nei vari reparti. Rimane necessario promuovere una corretta informazione presso la popolazione perché capita non di rado che i cittadini non riescano a distinguere un bisogno di assistenza sanitaria urgente da un sintomo che può essere affrontato in sede di medicina generale o territoriale, recandosi direttamente negli ospedali Hub per mancanza di fiducia nei confronti del servizio sanitario in generale».
I cittadini si riversano nei Pronto soccorso perché non trovano risposte presso i medici di famiglia, gli specialisti dell’ASP, le Guardie mediche. La salute è un diritto e i pazienti pagano le tasse, se il territorio non garantisce prestazioni non rimane altro che l’ospedale. Informate i Caring nurse sul carico di lavoro che li attende.