Cosenza. L’accordo Adamo-Incarnato-Robertino Perri per i lavori “fantasma” al Teatro Rendano. “Stecca” pari e via col vento

Quotidianamente si incontrano in un bar all’inizio di Corso Mazzini lato municipio di Cosenza e confabulano a lungo.
Da una parte del tavolino Nicola Adamo. Dall’altra Luigi Incarnato. 
E’ Capu i Liuni che fissa il luogo. Al suo caro amico Giggino, che pure ha una grande stanza in municipio come capo di gabinetto senza portafoglio (‘ppe ru caggi), “comunicante” con quella della figlia che è assessore (che invece paghiamo direttamente noi cosentini per eseguire gli ordini del padre, sic!), Adamo dice che non vuole farsi vedere nei corridoi del Comune. Dove già passeggiano fior di delinquenti evidentemente meno “famosi” di lui.
Ma la realtà è diversa: vuole fare vedere a tutti che è lui che comanda e che è Incarnato che lascia la sua stanza per recarsi al bar a prendere ordini dal sodale. Si chiama strategia “psicologica”…

Questa volta però per incontrarsi hanno cambiato luogo. Hanno scelto una panchina della villa vecchia nel cuore del centro storico. Sarà stato per la calura incombente in città e per la voglia di fresco, ma questa volta c’era un terzo interlocutore che risponde al nome di Robertino Perri, il deus ex machina della società Edil Perri, azienda specializzata in opere edili. Una macchina da soldi che non ti dico: da Occhiuto a Nicola Adamo non è cambiato niente, non c’è che dire.

Ma chi è Robertino Perri?

Robertino Perri è un vecchio “cliente” di Iacchite’, che ne ha raccontato e ne racconta ancora vita, morte e miracoli anche perché nelle intercettazioni si coglie la grande voglia del faccendiere di menarci, pare anche con mazze da baseball, insieme a qualche boss della sanità privata (venga signor Perri, che la aspettiamo…). Si tratta di un insospettabile mediatore di affari al meglio poco chiari, se non del tutto lerci. È noto ai bene informati per i suoi rapporti stretti, talora strettissimi, con alcuni magistrati del porto delle nebbie di Cosenza, ai quali rivela fatti e questioni a convenienza ora di un intrallazzo ora di un altro, a seconda dell’interesse superiore da tutelare da parte della “giustizia” in salsa cosentina. Ma i suoi veri compari d’affari sono i politici di casa nostra. Il confidente dà loro il proprio contributo a fare o disfare un potere anziché un altro, mentre tratta con l’uno e l’altro per capire come meglio conviene agire per fare cassa, ovviamente.

Ma di cosa hanno parlato i tre faccendieri alla frescura della villa vecchia? Pare che l’argomento sia stato l’andamento dei cantieri cittadini. Ma non come pensereste voi nel senso di capire come velocizzarli, ma al contrario per come stornare gli importi e portarli nella bacinella comune o… del Comune. Che alla fine è la stessa cosa.

In particolare quello per la manutenzione degli interni del Teatro Rendano. Da tempo davanti al Rendano c’è un cartello che pubblicizza i lavori. L’importo è di euro 2 milioni e quattrocento mila euro (a gennaio pare fossero di 1 milione e 400 mila ma evidentemente stanno… lievitando!). Da mesi c’è qualche transenna. Ma gli operai non si vedono.
I più scaltri hanno chiaro su cosa accade.
Il Comune certifica lavori inesistenti e paga l’impresa, che incassa e divide. In gergo tecnico, “storna” parte del ricavato. Insomma stecca pari… per passare al gergo degli affaristi.  Del resto anche Nicola, Giggino e Robertino un po’ di vacanza la devono pur fare e il tenore di vita che hanno è ovviamente molto molto alto. Povera Cusenza nostra!