Cosenza. Le caldarroste ovvero la nostra sfida ai grandi (di Franco Panno)

di Franco Panno 

Bucavamo i barattoli e, dopo aver acceso il fuoco, mettevamo le castagne in quei recipienti di fortuna. All’angolo della strada, al vento sferzante, ogni tanto ne lanciavano qualcuna a chi chiedeva cosa stessimo facendo. Ci piaceva stare raccolti nei nostri cappotti ad ascoltare il crepitio di quelle caldarroste che uscivano mezze crude. Restavamo in silenzio a tifare per quella fiamma che si affievoliva, aspettavamo il provvidenziale alito di vento che la ravvivasse. In silenzio davanti a un bagliore. Finita la cottura, le nostre mani, pur gelate, non tenevano il calore delle castagne. Gli inverni erano freddi, noi li sfidavamo, ci sentivamo come gli eroi dei fumetti e della TV dei ragazzi. A casa poi le mani annerite e il cappotto sporco, quello che doveva durare due anni, erano oggetto di un supplemento di battipannate. Ci sentivamo eroi di un mondo che non esisteva, se non nella nostra fantasia. Un fuoco e qualche barattolo bucato da riempire di castagne, da trasformare in caldarroste. Era la nostra sfida ai grandi, ci sentivamo Sandokan e il Corsaro nero. Sfidavamo il mondo, eravamo pronti a tutto, comprese le battipannate al rientro a casa.
Vincent, Don Mclean
Buona giornata