Cosenza: l’elenco dei politici di Forza Italia (locale) che non vogliono il reddito di cittadinanza

Se per il Pd il reddito di cittadinanza è la più grande iattura che gli potesse capitare, tipo na botta tra capu e nuci i cuaddru, o na palata ara catrea, per Forza Italia, abituata a comprare voti dalla mafia e dai morti di fame, il problema diventa grande quanto i debiti di Occhiuto. Una tragedia dai risvolti drammatici. Una sciagura che più sciagura non si può.

La domanda che oggi si pongono i becchini di Forza Italia abituati a scialacquare il denaro pubblico per fini privati -consiglio a tutti i lettori di toccarsi le parti basse, o alte a seconda del sesso, quando pronunciate il nome di Forza Italia, in segno di scaramanzia, credeteci… portano davvero male anche solo a nominarli – è questa: come faremo adesso a comprare voti al sud e nei quartieri popolari attraverso i nostri amici ‘ndranghetisti e mafiosi, se questi morti di fame da aprile percepiranno 780 euro al mese? Un bel problema per i tanti mafiosi e corrotti che popolano questa munnizza di partito (evitiamo di nominarlo). Tutta gente che si è sempre spesa, e non poco, per mantenere buona parte dei cittadini nella miseria e nel bisogno. Più miseria c’è, meno costa il voto.  Perciò il reddito di cittadinanza, per i mafiosi di Forza Italia (toccatevi, poi non dite che non ve l’avevamo detto), è un problema.

Non possono mica pagare 780 euro (X 12 mesi) un voto, o promettere il finto posto al Call center per 400 euro mensili, per 6 mesi all’anno. I cittadini che per 30 anni hanno abboccato alle chiacchiere di personaggi come Berlusconi, restando sempre morti di fame, mentre il Berlusca e i suoi complici si sono arricchiti a far schifo, questa volte due conti se li sono fatti. E a conti fatti votare ancora i maggiori responsabili di ogni nostra miseria, coloro i quali ci hanno sempre preso in giro e che addirittura oggi vogliono abolire l’unica cosa buona che ha fatto questo governo giallo/verde, il RdC, sarebbe come votare Dracula presidente del Centro Trasfusioni Nazionale. E la gente non ne può più di farsi dissanguare da questi vampiri della politica. Morti di fame sì, ma fessi no. Nessuno baratterebbe la “nuova posizione sociale” con un ritorno alla miseria e al bisogno.

Ed è questo che Forza Italia (ottu e novi fora maluacchiu) non accetta: l’emancipazione del cittadino dal bisogno. Per loro la nostra condizione deve essere sempre quella di chi ha bisogno, perennemente, di 19 sordi ppe fa na lira. In poche parole gli andiamo bene solo se siamo dei morti di fame, precari e sempre alla ricerca di qualche piacere che solo loro ci possono fare. Se non siamo ricattabili, siamo liberi di esprimere il nostro voto come meglio ci pare. La cosa che più di tutti li spaventa: la Libertà.

Ma vediamo chi sono questi affamatori di popolo, aderenti a Forza Italia locale (ricordatevi la grattatina) che non vogliono il Reddito di cittadinanza e che insieme al Pd stanno raccogliendo le firme per abolirlo. Non faremo molti nomi, anche perché quelli che citeremo sono rappresentativi dello squallore che regna in quel che rimane di questo contenitore di corrotti e imbroglioni.

Mario Occhiuto sindaco di Cosenza. Il peggiore, insieme a Nicola Adamo, delinquente politico che la Calabria abbia mai avuto. E non siamo noi a dirlo ma ben due inchieste che lo vedono coinvolto con l’accusa di associazione a delinquere, riciclaggio, truffa, peculato. Ad attenzionare Mario Occhiuto la Dda di Roma, e la procura di Cosenza, con tanto di iscrizione nel registro degli indagati. E non solo. Diverse sono le inchieste a suo carico ancora non rese pubbliche: 8 pentiti di ‘ndrangheta, come da verbali pubblicati, lo chiamano in causa in faccende di corruzione e voto di scambio. Non potrà certo querelarci se diciamo che è un delinquente plurindagato. Occhiuto è anche il detentore di uno dei record cittadini più singolari: è stato titolare di almeno 20 società (dall’architettura, all’editoria, alla ristorazione, a tutto e di più) tutte sistematicamente fallite dopo aver incassato sempre denaro pubblico. Producendo una montagna di debiti (oltre 20 milioni di euro) così come attestano cartelle Equitalia, e sentenze (mai ottemperate) del tribunale. Ovviamente dei denari pubblici spariti nessuno sa niente. E nonostante ciò c’è chi lo definisce un imprenditore di successo.

Durante la sua amministrazione palazzo dei Bruzi ha registrato anche un altro primato: centinaia di perquisizioni della Finanza e diversi dirigenti comunali indagati per gli appalti spezzatini, e non solo. La specialità di Occhiuto è quella di accaparrarsi – dopo aver “a circolo formato” fondato una cupola criminale cittadina formata dai vertici della procura e delle istituzioni che gli hanno sempre garantito impunità e protezioni – il patrimonio pubblico come più gli aggrada. Insomma un rovinato che se non avesse fatto il sindaco per volere della masso/mafia, sarebbe già da tempo nelle patrie galere. Su Occhiuto e la sua amministrazione abbiamo scritto i libri, e queste sono tutte verità storiche, ma siamo convinti che presto tutto ciò diventerà anche verità giudiziaria.

Jole Santelli onorevole e vice sindaco di Cosenza. Le origini politiche della Santelli sono avvolte nel mito. Come sia riuscita a diventare sottosegretario alla Giustizia durante uno dei tanti governi Berlusconi, resta un mistero per tutti. Anche se c’è chi dice di saperlo, e le leggende sul perché e il per come di questa sua folgorante carriera viaggiano alla velocità della luce. La specialità della Santelli, che intende la politica solo come strumento del suo benessere e di quello dei suoi familiari, è la ‘mmasciata. Ovviamente parliamo di ‘mmasciate ad alti livelli, tipo: bloccare inchieste sugli amici degli amici, spostare i magistrati che disturbano i massoni, sistemare i pm amici nelle procure guidate dai sodali della cupola. E cose così.

Ma non solo: Jole è anche una brava stratega. A lei si deve l’uso improprio della magistratura per colpire i nemici. Un’idea fantastica che Occhiuto ha fatto subito sua. Infatti chiunque lo ha criticato è stato subito colpito da provvedimenti giudiziari. Jole dispone di una bella scuderia di pm e giudicanti a Cosenza, ma anche nel resto della Calabria, che può utilizzare come meglio crede. Molti giudici, a Cosenza, scrivono le sentenze sotto la sua dettatura. Non c’è che dire, quella di Jole è una paranza di tutto rispetto, di cui bisogna avere anche paura. Se mai dovesse sparire il suo partito perché la gente non lo vota più per colpa del RdC, tutto il suo lavoro, costruito in 20 anni, crollerebbe. Una disgrazie di proporzioni bibliche. Potrebbero venire a galla tutti gli intrallazzi e questo non deve avvenire. Ecco perché critica il RdC. Se il suo partito non può più comprare voti, il suo potere contrattuale è zero. Siamo convinti che presto Jole sarà costretta a si ricogli baracca e burattini e trasferirsi altrove.

Roberto Occhiuto fratello di Mario, onorevole di FI. Un personaggio che di onorevole ha ben poco. Un fallito, nulla facente, senza arte né parte che ha sempre vissuto di elemosine politiche. Un questuante politico al servizio dell’alto prelato locale, e non solo, corrotto e avido. Anche lui come il fratello ama la bella vita e come fanno gli stolti o i poveri arricchisciuti (nel loro caso attraverso il ladrocinio delle casse pubbliche) spende più di quanto incassa. E così anche lui si è riempito di debiti, e per attagnare i creditori si è specializzato nel chiedere un fisso del 20% per ogni “pratica pubblica” portata a termine. A dire questo di lui l’ex vicesindaco Katya Gentile. Roberto è un meschino, incapace di procurarsi da mangiare per lui e la sua famiglia, in maniera onesta. Non ha mai lavorato in vita sua e si prende il lusso di criticare chi beneficerà del RdC. Ha passato la sua vita a nascondersi dai suoi creditori e pretende di dare lezioni di morale e di etica a chi ha sempre vissuto onestamente e del proprio lavoro. Roberto incarna l’esemplare perfetto del deputato di FI (toccatevi) per le sue capacità di adattarsi all’intrallazzo e al malaffare. Doti che condivide con il fratello. Insieme hanno messo a segno la più grande truffa che l’amministrazione cittadina abbia mai subito. Anche per lui, come per gli altri, arriverà il giorno della verità. Un giorno che non è poi così lontano.

Ecco chi sono i personaggi, insieme a quel che resta dei loro complici, che vogliono abolire il RdC. Se non li rivotiamo alle prossime elezioni Europee e Regionali, sono rovinati, e il rischio di diventare morti di fame, per loro si fa sempre più concreto. Ma possono stare tranquilli perché potranno anche loro attingere al RdC. perciò non gli conviene cancellarlo.