Cosenza, l’impresa di Gargamella: ha messo d’accordo le Curve. Oggi tutto lo stadio lo ha contestato

Gargamella è riuscito nella straordinaria “impresa” di mettere d’accordo Curva Sud e Curva Nord. Oggi, per la partita casalinga contro l’Ascoli, tutto lo stadio Marulla lo ha contestato compatto. Eh sì, perché Gargamella, che è un perfezionista, stavolta ha voluto strafare. Non era ancora contento di aver umiliato e mortificato una città e una intera provincia che fino al 20 maggio scorso – soltanto sette mesi fa – avevano fatto registrare 20mila spettatori al Marulla per una finale… playout. Non era ancora contento di aver sgraffignato per il quinto anno consecutivo 8 milioni di diritti televisivi senza investirne neanche la metà e costruendo squadre ridicole, che si sono salvate per miracolo o per… ripescaggio. Non era ancora contento che lo “zoccolo duro” della tifoseria restava comunque al suo posto, contestandolo a dire il vero piuttosto blandamente. No, non era ancora contento, gli serviva – come nel suo costume – l’atto eclatante, da denuncia per impedire che a qualcuno potesse venire in testa qualche altra idea.

E così ha pensato di “suggerire” a quel cazzone del nuovo questore (che scade tra meno di un anno, grazie a Dio), con l’avallo del solito dirigente senzapalle della digos, di multare qualche ultrà “scelto” con il lanternino dai poliziotti corrotti della questura di Cosenza. Con la “tremenda” accusa di aver lanciato cori contro Gargamella.

Poi ha riunito a cena i giornalisti della sua “corte dei miracoli” facendo attenzione ad escludere i “nemici” e pensava di aver risolto tutto. E invece – finalmente! – gli ultrà delle due Curve stavolta gli hanno risposto per le rime: oggi sono stati in silenzio per i primi 15 minuti e poi lo hanno sfanculato per tutta la partita invitandolo a tornarsene nelle fogne dalle quali è venuto. Magari arriverà anche qualche daspo, come da scontatissimo copione…

Questo è il Cosenza Calcio ai tempi di Gargamella. La passione della tifoseria ormai è terminata e sta per lasciare il posto alla rabbia, poi sarà la volta dell’indifferenza e dello stadio deserto, più deserto ancora di quello che abbiamo visto oggi, ma con la soddisfazione di sentirlo gridare all’unisono Guarascio vattene e Gargamella vaffanculo. Sempre a futura memoria.