Cosenza, lo strano caso dei giudici onorari: “Faccio sciopero ma mi pago, tanto mi copre il Gattopardo”

Il procuratore Spagnuolo e il suo aggiunto Manzini

Caro Direttore,

i giudici onorari vogliono diventare togati senza un concorso pubblico, proclamando, a livello nazionale, l’astensione dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto dal 19 al 22 gennaio 2021… Le ragioni della protesta  risiedono in un grave abbandono della categoria da parte del Ministero della Giustizia durante la crisi sanitaria, che ha portato alla ribalta il problema dell’ingiustificata assenza di diritti giuslavoristici in favore dei magistrati onorari.

Lo sciopero è stato indetto come estrema misura dopo aver atteso “inutilmente l’emersione dall’attuale stato d’illegittimità della categoria, come più volte denunciato a livello nazionale e sovranazionale, nonché ribadito prima dalla Commissione Europea e poi dalla Corte di Giustizia, impone di dare corso all’estremo strumento di protesta dell’astensione collettiva dal lavoro“.

L’astensione era stata proclamata anche nell’anno 2020 e precisamente dal 13 al 17 maggio 2020, quando le associazioni di categoria hanno sottolineato: “… dopo estenuanti e infruttuose trattative col Governo, la magistratura onoraria è costretta, seppure con riluttanza, ad esercitare nuovamente il diritto di sciopero per far sentire la sua voce sino ad ora inascoltata...”.

Ebbene, come si può pretendere di diventare togati, o meglio di carriera, senza un pubblico concorso (offendendo i veri togati che alla loro immagine e potere ci tengono) se della categoria fanno parte “giudici onorari” che comunicano ai capi dell’ufficio di aderire allo sciopero – provocando affanni nelle sostituzioni dei pubblici ministeri,  annullando in toto il lavoro dei cancellieri, operatori e messi che si sono prodigati, nei giorni precedenti, nelle citazioni testi, nella redazione di provvedimenti affinché i processi di quell’udienza si potessero concludere) e partecipano alle udienze al solo fine di aderire all’astensione proclamata dalle categorie, e poi, quando nessuno se ne accorge, e approfittando della buona fede dei capi degli uffici che ne  autorizzano  il pagamento, sottoscrivono istanze di pagamento delle indennità di udienza relative ai giorni di astensione? Della serie: FACCIO SCIOPERO MA MI PAGO

Questo succede nel Tribunale di Cosenza, anzi nella procura di Cosenza.

Nell’astensione proclamata per i giorni 13 /17 maggio 2020 succede che la vpo De Luca Angelina (la cassazionista) comunica all’ufficio la sua adesione allo sciopero; partecipa all’udienza del 14 maggio 2020 davanti al giudice di pace di Cosenza, in udienza e per ciascun processo, pronuncia le sole parole (come da verbali di udienza): ”aderisco allo sciopero indetto dalla categoria di appartenenza”, tranne  che per un solo processo, per il quale chiede di definirlo per remissione e accettazione di querela. Questo processo è per la De Luca il lasciapassare per chiedere il pagamento della indennità di udienza.

Gli altri processi possono essere rinviati, aderisco allo sciopero”. L’importante che ne faccio uno (quello della remissione di querela) che mi dà la possibilità di pagarmi l’indennità”. Ma la “cassazionista” è consapevole che può astenersi, come da codice di autoregolamentazione solo per i processi prossimi alla prescrizione e quelli che hanno come imputati i detenuti.

E che dire della Vittoria Perrone e della De Marco (detta Patty) per l’udienza del 15.05.2020, ecc. ecc. ecc. ? Aderiscono allo sciopero e chiedono ed ottengono il pagamento delle indennità, tanto il procuratore non se ne accorge… è un mio amico, quello che fa la telefonata a Salerno ogni qual volta che sono indagata a Salerno (tra querele e  denunce almeno se ne contano una decina) “Siamo della stessa corrente…”. 

Basta controllare tutti i verbali di udienza dei giudici di pace e quelli del tribunale monocratico ed effettuare un controllo sulle istanze di pagamento depositate e il conseguente pagamento emesso dalla ragioneria dello stato per rendersi conto che questo è il sistema utilizzato da qualche  giudice onorario,  che pretende  di diventare togato, facendo finta di non sapere  che chi aderisce allo sciopero non può avere l’indennità e che detta condotta  penalmente  integra gli estremi della truffa in danno dello stato. Chissà se il Ministro  e la Corte dei Conti sono informati!!!

Lettera firmata