Giancarlo Carci va in pensione. Dal 1° ottobre prossima il comunista/socialista (rigorosamente col culo degli altri, razza in continuo aumento a Cosenza), cugino della signora Ermanna (la figlia di Donna Vittoria) lascerà la dirigenza amministrativa dell’Azienda Ospedaliera nella quale ha ricoperto tanti ruoli.
Da tempo uomo di Madame Fifi, la principessa del comunismo col culo degli altri, Giancarlo Carci ha compiuto il capolavoro della sua carriera, per ironia della sorte, proprio quando si insediò quel baccalà di Scopelliti, che formalmente avrebbe dovuto essere ostile alla Madama ma che nei fatti ha sempre mangiato nello stesso scifo dei fascisti.
Ricordate la vicenda del bambino dodicenne morto per una ingessatura all’ospedale dell’Annunziata? La transazione di 1,8 milioni di euro (1 milione 800 mila euro) la chiuse proprio Carci per l’Azienda Ospedaliera. E chi era l’avvocato del patrigno di quel povero bambino? La figlia della moglie di Carci (della quale non facciamo il nome perché la colpa non è sua) ovvero la figliastra del dirigente ospedaliero…

Una parcella d’oro pagata con lo stile delle mani pulite borghesi che poi si macchiano di nefandezze.
La Corte dei Conti ha osservato, nel dibattimento in corso sul presunto danno erariale, questa – a dir poco – non coincidenza. Per evitare di scomodare i “soliti accordi”.
E Giancarlo, si dice odiato da tutti, si appresta a prendere una superpensione. Sempre rigorosamente alla faccia nostra