Oggi il mondo del biliardo calabrese darà l’ultimo saluto ad Umberto Casaula, 78 anni, grande campione cosentino della stecca e del panno verde nella specialità Italiana 5 birilli, campione italiano nel 1985, più volte impegnato nei campionati europei e mondiali della categoria, vincitore di numerosi tornei italiani e universalmente riconosciuto come uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Il funerale sarà celebrato a Rende nella chiesa di Sant’Antonio in contrada Commenda alle ore 12.
In queste ore in tutta la Calabria gli appassionati stanno ricordando Casaula e stanno emergendo tanti aneddoti che ne riflettono non solo lo sconfinato talento, che lo aveva reso un mito, ma anche l’umanità, l’umiltà e la disponibilità all’insegnamento nei confronti delle giovani generazioni.
Di seguito, facciamo un omaggio ai tanti appassionati di biliardo della Calabria e non solo. Si tratta di un bellissimo articolo di Fabrizio Ravelli di “Repubblica” che risale al 5 giugno 1987. E’ la splendida cronaca della prima giornata del Mundial di biliardo di Milano, al quale aveva partecipato (ed è citato nell’articolo) anche Umberto Casaula.
di Fabrizio Ravelli
Fonte: Repubblica, 5 giugno 1987
MILANO – Tocca subito al campione in carica, in questo mundial della stecca che va ad incominciare sotto un tendone da circo, a ridosso del Castello Sforzesco. Lo chiamano Braccio corto, Giampiero Rosanna da Busto Arsizio, perché è uno che non si lascia mai andare, uno che bada ai punti. Ha 43 anni, naso a becco e faccia pallida da animale notturno. Di mestiere rappresentante di prodotti petroliferi alla Recoil di Gallarate. Vai Piero!, urlano i suoi tifosi. Forza Rosanna, gli amici del Gabs Battista di Busto, è il loro striscione.
Ha di fronte un osso duro: Attilio Sessa da Milano, campione italiano ed ex mondiale, poligrafico in pensione, 54 anni proprio oggi. Un omino che pare uno Stan Laurel, ma con la grinta di James Cagney. Tiene la stecca con due dita, come fosse di vetro. E’ una sfida degna della finalissima, questa prima partita. La gente, sugli spalti del tendone, ha occhi solo per il tavolo numero cinque. Sei biliardi in tutto, sei rettangoli verdi illuminati da vicino: gli arbitri hanno la giacchetta rossa, e i giocatori italiani del Blue team un gilet azzurro pieno di etichette degli sponsor. Filtra un po’ di luce, sono le tre del pomeriggio, e l’ atmosfera non è ancora del tutto adeguata per questo gioco sublime che ama la notte intorno al panno verde. La luce del giorno dava fastidio anche a Paul Newman-Eddie Felson, quando filtrava a disturbare gli occhi dello Spaccone impegnato contro Jackie Gleason-Minnesota Fats.
Per fortuna, sotto il tendone, fumano in tanti e si fa una bella nebbia azzurrognola. Domenica sera le finali – Parte il decimo mondiale, specialità cinque birilli, che sarebbe poi il classico gioco all’ italiana ma giocato su biliardi senza buche: 284 centimetri per 142. Venti fuoriclasse da tutto il mondo, in due gironi, finali domenica sera. Vengono da Argentina, patria di straordinari campioni e poi da Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Svezia, Uruguay, Olanda. Per la prima volta anche da Giappone e Corea del Sud. Ma, a meno di improbabili sorprese, il vero match è fra italiani e argentini, come sempre. I temibili gauchos sono Nestor Osvando Gomez, detto Nene, un lungagnone che ha già vinto due mondiali e poi Miguel Borelli e Alfredo Fillia. Qualche chance per Ugo Ferreira, uruguagio, che ha spodestato Eliomar Berruti, allievo prediletto del mitico Anselmo Berrondo detto La Bibbia.
I nostri sono, oltre a Rosanna e Sessa, il messinese trapiantato a Torino Carlo Cifalà (lo chiamano Picaro, perché in questa nazionale di freddi è l’unico un po’ spaccone; piccoletto, baffetti neri curati e il gusto per lo spettacolo); Umberto Casaula, da Catanzaro, grintoso e calcolatore; Giovanni Silla, fiorentino, talento naturale.
Ma il personaggio vero è Marcello Lotti, lo Scuro del film di Francesco Nuti (Io, Chiara e lo Scuro, ndr). Cinquantotto anni portati spavaldamente, parlata fiorentina sciolta. Lui è il capitano non giocatore del Blue team: Veramente preferirei esser qui con la stecca in mano. Ma in questi due mesi ho avuto poco tempo per allenarmi, avevo da pensà alla mi’ sala di Firenze. Così alle qualificazioni son rimasto fuori.
La sfida Rosanna-Sessa si fa tirata e lo Scuro ha l’ aria soddisfatta per questo avvio spettacolare. Braccio corto parte in testa e sembra che non possa sbagliare mai. Va avanti anche di trenta punti, un colpo via l’ altro con sovrana economia di gioco. E bravo Piero! si sprecano e anche gli applausi: filotti perentori, che fanno saltar via i birilli e giochi di sponda tracciati con precisione inesorabile. Attilio Sessa sembra in difficoltà, questo suo cinquantaquattresimo compleanno pare avviato male.
La partita è ai 250 punti. Ma ecco che Sessa, con le sue dita leggere sulla stecca, comincia a rimontare, a farsi sotto. Poco oltre metà gara piazza un micidiale tiro da sedici punti: la sua palla manda quella dell’ avversario su e giù lungo il rettangolo verde. Nemmeno un birillo resta in piedi, e lui passa in testa: 165 a 159.
L’ ultimo colpo facile – Di qui in avanti è un’ altalena sempre più straordinaria e tesa: la gente comincia a entusiasmarsi. Rosanna riprende la testa sui 211 a 199. Poi incredibilmente sbaglia, dà palla in mano a Sessa mentre un mormorio vibra fra gli appassionati. L’ Attilio non perdona: 225 a 220 per lui. Ma ecco che Braccio corto, fumando nervoso e sibilando qualche imprecazione fuori ordinanza, si riscatta: è o non è il campione mondiale in carica? Si finisce allo spasimo, e Rosanna è anche un po’ sfortunato. Ultimo colpo facile per Sessa, che lo brucia con 255 a 245. Mai vista una sfida simile impreca Braccio corto svitando la sua stecca d’ alluminio e rinfoderandola nella custodia di cuoio. Sessa-Stan Laurel gli stringe la mano: ha battuto il campione in carica, il compleanno gli ha portato bene. Lotti lo Scuro sprizza soddisfazione: Una partita fantastica.
Fosse stata la finale, in televisione avrebbe fatto furore. Sì, perché questo decimo mundial ha l’ onore della tivù: riprese in diretta e differita fino a domenica, per la finalissima. Sugli altri biliardi, intanto, vanno avanti per partite. Il giovane baffuto Alfredo Fillia liquida il connazionale Miguel Borelli, alto e panciutello. Nene Gomez si libera del mancino uruguagio Ferreira. Qualche sguardo curioso va ai giapponesi. A casa loro sono tutti campioni di carambola a tre sponde, specialità altamente spettacolare. Ma il gioco all’ italiana coi birilli l’ hanno scoperto da poco. Vede quello là, quell’ Hiroshi? indica Attilio Sessa Fino a tre giorni fa non sapeva nemmeno cosa fosse. Gli ho dato qualche lezione, gli ho spiegato le regole e i tiri. Ha imparato subito. Quell’ altro, quel Kentaro, invece mi pare meno svelto. L’ atmosfera di questo mondiale si scalda, nella prima giornata.
Il colore dei soldi – La Federazione fornisce cifre gratificanti: 35 mila tesserati, 5-6 milioni di giocatori, 100 mila biliardi, 150 mila stecche vendute. Popolarità in forte rialzo, dopo Il colore dei soldi con Newman. E merito anche dello Scuro, e dei suoi tiri cinematografici: “… Il Nuti mi ha detto che vuol fare un altro film, speriamo che vada in porto…”.