Nel porto delle nebbie sono così abituati all’impunità e a prendere in giro i cosentini, che non si rendono neanche conto di quanto sono ridicoli quando decidono che è venuto il momento di fare uscire fuori qualche magagna, tra l’altro ascrivibile sempre al “cerchio magico” di questa inqualificabile classe di magistrati che ci opprime da decenni.
Prendiamo l’ultimo scandalo acclarato, vale a dire quello delle patenti, tra l’altro tirato fuori e messo a tacere nel giro di poche ore con modalità incredibili, della serie: questa è e non vi “permettete” di scavare più a fondo. Ogni cosentino onesto dovrebbe indignarsi e chiedersi se è normale l’esistenza di un servizio sanitario di visite (le cosiddette patenti speciali) gestito in modo privatistico da una commissione medica, costituita da dipendenti dell’Asp, all’interno dei locali dell’ente (!!!) con l’utilizzo di attrezzature e personale amministrativo per i loro porci comodi.
Una Commissione che risulta persino (!!!) direttamente intestataria di conto corrente sul quale risultano affluiti nel tempo tutti i versamenti degli utenti. Parliamo di centinaia e centinaia di migliaia di euro e tutto questo senza alcun beneficio per l’ente pubblico, che in tal caso è relegato a sopportare solo i costi del servizio e quindi quelli delle loro vergognose ruberie. Appare evidente che un tale servizio deve essere invece gestito in ambito pubblicistico direttamente dall’ente sanitario, che incassa i pagamenti previsti dagli utenti ed eroga poi al personale addetto le competenze spettanti per il lavoro svolto, presumibilmente (ma non è certo) oltre il normale orario.
In questa prospettiva la situazione appare un po’ più complessa e tutti, ma proprio tutti, tranne che il Gattopardo Spagnuolo e i suoi lecchini (che credono di poterci rifilare di tutto!), vedono apertamente una colossale truffa ai danni dell’Asp di Cosenza. Tutto ciò con notevoli ripercussioni su tutti i contribuenti residenti nella regione che attualmente sono penalizzati da una sanità inefficiente e costosa soprattutto a causa dell’enorme debito accumulato derivante da incapacità, inefficienza e gestione disinvolta della cosa pubblica.
Ovviamente un simile inquietante scenario – come abbiamo già avuto modo di scrivere – vede notevolmente ridimensionato il ruolo della dipendente sospesa ovvero Franca Chimenti, nei confronti della quale molti lettori, con una sorta di processo sommario, auspicano addirittura la custodia cautelare preventiva, senza averne accertato le effettive responsabilità personali.
Il vero colpevole di questa squallida catena è il presidente della Commissione Patenti, oggi felicemente in pensione, tale Arcangelo Fonti, medico legale che aveva scheletri nell’armadio a dire basta e oggi vorrebbe addirittura passare per colui che denuncia la dipendente “infedele”. La dipendente, come tutti sanno all’Asp, era la “segretaria tuttofare” di questo mascalzone ed eseguiva i suoi ordini, di conseguenza paga per colpe non sue e che sono state coperte in tutti questi lunghi anni per un solo motivo. Arcangelo Fonti è il cognato di uno dei magistrati più corrotti di Cosenza, vale a dire Dario Granieri, ex procuratore capo della Repubblica di Cosenza dal 2008 al 2016.
Ma vi rendete conto della gravità della situazione? C’è solo da augurarsi che prima o poi qualcuno chieda a questa gentaglia il conto di tutto lo schifo che hanno combinato e che sta venendo gradatamente a galla. E’ appena il caso di ricordare – ma lo faremo ancora una volta – l’altra incredibile vergogna dei diplomi falsi, dietro alla quale c’è un altro cognato di un altro ex procuratore ovvero Alfredo Serafini. E’ proprio vero che qui a Cosenza la realtà supera abbondantemente la fantasia.