Cosenza. Ma ni sarvamu? N’ami i sarvà!

Sono passati cinque anni dal trionfo di Pescara e dalla conquista della Serie B per il Cosenza Calcio targato Gargamella (scusate la parola). Ventimila tifosi al Marulla per Cosenza-Sud Tirol e diecimila a Pescara per Cosenza-Siena. Numeri che avrebbero dovuto suggerire a qualsiasi imprenditore di fare le cose per bene e mantenere quei numeri e quell’entusiasmo. E invece in questi lunghissimi cinque anni il Cosenza – esclusa la prima stagione di Serie B conclusa comunque in maniera decente e a centroclassifica – è stato sempre costretto a lottare per non retrocedere e quasi sempre davanti a pochi intimi, ovvero allo “zoccolo duro” della tifoseria. Non solo: in questo allucinante campionato per circa tre mesi il tifo organizzato ha proprio disertato lo stadio e in tutta la storia del Cosenza Calcio non si era mai registrata una protesta così lunga. Neanche quando il presidente era Pagliuso.

Soltanto due anni fa il Cosenza è retrocesso sul campo e si è salvato solo grazie all’esclusione del Chievo. Ma neanche quella lezione è servita e anche l’anno scorso i Lupi si sono salvati all’ultimo… playout e anche quest’anno la storia si ripete: un altro playout. E ancora una volta ci sarà il grande pubblico. Quando a Cosenza si fanno 15-20mila spettatori, è segnale che la grande provincia che abbiamo s’è mossa a difesa dei colori e della passione e questo è certamente molto bello e addirittura gratificante per noi cosentini. 

Però, per favore, smettiamola di dire o di scrivere che ci giochiamo la vita o ci giochiamo tutto perché non è vero.

Quella di stasera e quella del 1° giugno a Brescia non possono essere le ennesime stucchevoli partite della vita anche perché alla guida del Cosenza c’è sempre lo stesso cialtrone che non merita niente ma veramente niente. Il paragone anche fisico con Gargamella, il nemico giurato dei puffi, è la sintesi perfetta, quasi “lombrosiana”, del personaggio, che sta lì perché ha ancora l’appalto della spazzatura (ha vinto ancora proprio nei giorni scorsi e ha in mano l’appalto ormai dal 2010!!!) e soprattutto perché ogni fine stagione si mette in tasca 10 milioni di euro e ne scuce – si e no – 3, massimo 3 e mezzo per costruire squadre impresentabili e che possono puntare solo ai… playout o alla salvezza all’ultima giornata. Questa è la verità della quale per fortuna i tifosi rossoblù sono perfettamente consapevoli.

E allora, tornando a bomba alla partita di stasera, la domanda che tutti i tifosi – sia quelli che andranno allo stadio sia quelli che diserteranno per protesta contro Gargamella – si pongono l’uno con l’altro è quella fatidica: “Ma ni sarvamu?”. La risposta è: “N’ami i sarvà!” con tanto di punto esclamativo. Ma il Brescia non c’entra niente e neanche la Serie B. “N’ami i sarvà!” significa solo una cosa, che è finalmente chiara a tutti. Il “nemico” del Cosenza oggi non è il Brescia ma sempre Gargamella ed è da lui che ci dobbiamo salvare, appena l’arbitro fischierà la fine e qualsiasi sia il risultato finale anche della partita di ritorno. Lo scrivevamo esattamente un anno fa e lo scriviamo per l’ennesima volta, salvo poi – tra un anno – ritrovarci ancora qui a scrivere ca n’ami i sarvà! E la barzelletta continua mentre Gargamella continua ad ammacca’ sordi…