Sono passati quasi sette anni dal trionfo di Pescara e dalla conquista della Serie B per il Cosenza Calcio targato Gargamella (scusate la parola). Ventimila tifosi al Marulla per Cosenza-Sud Tirol e diecimila a Pescara per Cosenza-Siena. Numeri che avrebbero dovuto suggerire a qualsiasi imprenditore di fare le cose per bene e mantenere quei numeri e quell’entusiasmo. E invece in questi lunghissimi sette anni il Cosenza – esclusa la prima stagione di Serie B conclusa comunque in maniera decente e a centroclassifica – è stato sempre costretto a lottare per non retrocedere e quasi sempre davanti a pochi intimi, ovvero allo “zoccolo duro” della tifoseria. Non solo: nell’ allucinante campionato 2022-23 per circa tre mesi il tifo organizzato ha proprio disertato lo stadio e in tutta la storia del Cosenza Calcio non si era mai registrata una protesta così lunga. Neanche quando il presidente era Pagliuso. Ieri una parte della tifoseria organizzata – la Curva Sud – è tornata a disertare lo stadio per protesta.
Quattro anni fa il Cosenza era retrocesso sul campo e si era salvato solo grazie all’esclusione del Chievo. Ma neanche quella lezione era servita e anche l’anno successivo i Lupi si erano salvati all’ultimo… playout e anche nel 2023 la storia si è ripetuta: un altro playout. E ancora una volta si mobilitò il grande pubblico. Quando a Cosenza si fanno 15-20mila spettatori, è segnale che la grande provincia che abbiamo s’è mossa a difesa dei colori e della passione e questo è certamente molto bello e addirittura gratificante per noi cosentini.
Quest’anno con molta probabilità il Cosenza non arriverà neanche ai playout. E ormai tutta ma proprio tutta la tifoseria ha capito che non c’è più niente da salvare. Anche perché alla guida del Cosenza c’è sempre lo stesso cialtrone che non merita niente ma veramente niente. Il paragone anche fisico con Gargamella, il nemico giurato dei puffi, è la sintesi perfetta del personaggio, che sta lì perché ha ancora l’appalto della spazzatura ormai da 15 anni e soprattutto perché ogni fine stagione si mette in tasca 12 milioni di euro e ne scuce – si e no – 6, massimo 6 e mezzo per costruire squadre impresentabili e che possono puntare solo ai… playout o alla salvezza all’ultima giornata. Questa è la verità della quale per fortuna i tifosi rossoblù sono perfettamente consapevoli.
E allora, anche quest’anno la domanda è sempre la stessa: “Ma ni sarvamu?”. E la risposta è ancora uguale: “N’ami i sarvà!” con tanto di punto esclamativo. “N’ami i sarvà!” significa solo una cosa, che è finalmente chiara a tutti. Il “nemico” del Cosenza oggi non è questa o quella squadra ma sempre Gargamella ed è da lui che ci dobbiamo salvare, appena l’arbitro fischierà la fine del campionato e qualsiasi sia il risultato finale. Lo scriviamo per l’ennesima volta: adesso stacchiamogli la spina. Per sempre.