Cosenza, nel palazzo di Pianini operai sospesi nel vuoto

A Cosenza, lo diciamo sempre e non ci stancheremo mai di ripeterlo, c’è chi può e chi non può: l’ingegner Pianini è uno di quelli che può. Può fare quello che vuole, quando vuole e come vuole. Può violare leggi, norme, che nessuno si permette a dirgli qualcosa. Può affittare il suo palazzo fatiscente in via Rivocati per 40 anni al Comune, ricevendo oltre 100.000 euro all’anno, costringendo intere famiglie a vivere, per anni, in condizioni disumane. Ed oggi che le famiglie sono state spostate dopo una battaglia durata più di un anno, eccolo che con i soldi dei caggi passa alla seconda fase: la ristrutturazione del palazzo.

E come tutti quelli che possono come lui, ingaggia una squadra di “rumeni” a nero e gli ordina di smontare la tettoia posta all’ultimo piano del palazzo, e come si vede in foto, senza nessuna, anche minima, precauzione e sicurezza. I due operai lavorano ad un’altezza di 15/20 metri, in queste condizioni e sotto gli occhi di tutti. Possibile che non ci sia a Cosenza un solo ispettore del lavoro munito di un minimo di coscienza e che non accetta bustarelle per porre fine a questa vergogna? Per cortesia chi di dovere imponga anche a Pianini di rispettare le regole e la legge, e se vuole ristrutturare il suo palazzo lo faccia senza mettere a repentaglio la vita degli operai. E tutto questo per risparmiare qualche migliaio di euro. Come si dice: più sono ricchi e più sono tirchi. Ovviamente sulla pelle degli altri.