Cosenza nel pallone: Raffaele Bruno, talento purissimo

Un gol del talento cosentino Raffaele Bruno (Foto Archivio Bruno)

COSENZA NEL PALLONE, VIAGGIO NEL CALCIO DEI QUARTIERI: I CAMPIONI

Don Peppino Pietramala lo scopre nel campetto di Santa Teresa, quando non ha ancora quindici anni. Raffaele Bruno, classe 1922, è un ragazzino alto e magro, che brucia tutti sullo scatto ed ha un dribbling accattivante. Lo tessera per il Cosenza con la nidiata dei Delmorgine, Gualtieri, Leonetti, Gravina e Guarino, dei quali però è ancora più giovane e non ci mette molto per fare capolino in prima squadra, visto e considerato che proprio in quegli anni tornano a giocare i ragazzi del vivaio.

Raffaele Bruno, ala sinistra, è il sostituto naturale di Surra, calciatore di collaudata esperienza scelto dal tandem Campagna-Carci per elevare il tasso tecnico della squadra. Il suo primo gol in rossoblù lo segna nella gara interna contro il Messina del campionato 1938-39, allenatore l’ungherese Otto Krappan. All’undicesimo del secondo tempo “Rafele” come lo chiamano tutti replica al gol del giallorosso Benassi e fissa l’uno a uno finale.

Bruno fa parte anche del gruppo di ragazzi rossoblù che gioca il campionato di Prima Divisione Regionale e batte in finale il Catanzaro con un gol di Gravina. Il Cosenza schiera: Cristiano, Pietramala, Caroldi, Stella, Pellicore, Gravina, Sansone, Guarino, Gualtieri, Trombino, Bruno.

Gioca ancora qualche campionato di Serie C con i Lupi ma ormai incombe la guerra. Subito dopo, fa parte di Renato Vignolini che conquisterà per la prima volta la Serie B. Il “vecio” lo stima e lo considera moltissimo e solo un infortunio lo mette fuori causa nella parte centrale del torneo. Ma quando torna, si rivela uno straordinario mancino e nella memorabile vittoria interna contro il Catanzaro, propizia due dei quattro gol rossoblù risultando tra i migliori in campo.

Le sue doti di calciatore completo affascinano ben presto anche Attilio Demaria, storica mezzala della nazionale argentina prima e di quella italiana dopo, che a Cosenza venne ad allenare e a giocare, subito dopo la guerra, nell’insolito ruolo di giocatore-trainer. Raffaele Bruno, di conseguenza, nonostante la grande concorrenza, si ritaglia uno spazio importante nel Cosenza approdato in Serie B e insieme a Ciccio Delmorgine e Mamino Mari rappresenta la nostra città in quel gruppo di calciatori che passerà alla storia.

Giocherà fino al 1949, poi intraprenderà la sua attività professionale di insegnante e trasmetterà la sua passione calcistica ai figli. Pierluigi, in particolare, ha un grande feeling con papà “Rafele” e sarà proprio lui, nel 2013, a rendersi promotore dell’importante iniziativa dell’intitolazione della Tribuna Rossa Sud dello stadio San Vito a Bruno, ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 16 agosto 2012, all’età di 89 anni.