Palermo, blitz antimafia: spicca il nome di Giuseppe Corona

Il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha in corso dalle prime ore di questa mattina un’articolata operazione antimafia, coordinata dalla D.D.A. di Palermo. Sono in fase di esecuzione numerosi arresti, perquisizioni e sequestri di società e immobili per diversi milioni di euro.
Sono complessivamente 28 gli arresti eseguiti: 24 persone sono finite in carcere e altre 4, tra cui un noto legale, ai domiciliari. Per 19 indagati è stato disposto il divieto di dimora. Nell’inchiesta spicca il nome di Giuseppe Corona, ritenuto dagli inquirenti boss emergente nei nuovi assetti di Cosa nostra dopo la morte di Totò Riina: secondo la Dda di Palermo sarebbe stato lui a stabilire le strategie economiche di Cosa nostra, capace di riciclare fiumi di denaro.

Secondo gli investigatori era lui a gestire gli investimenti in negozi ma anche bar e tabaccherie per conto delle famiglie mafiose con la complicità di insospettabili prestanome.

Tra i quattro ai domiciliari anche Nico Riccobene, noto avvocato, già indagato in passato per aver gestito il tesoro dei costruttori boss Graziano.

L’operazione, denominata “Delirio”, e coordinata dalla Dda di Palermo, è stata condotta dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza dalle prime ore di questa mattina. Sono in fase di esecuzione anche perquisizioni e sequestri di società e immobili per diversi milioni di euro.

IL RE DEL RICICLAGGIO. Il personaggio chiave dell’inchiesta della Dda di Palermo è Giuseppe Corona, Fiumi di soldi sporchi guadagnati con il traffico di droga sono passati per le sue mani, il “re” del riciclaggio, capace di ripulire denaro illegale e reinvestirlo in una attività lecita.
Corona non è un insospettabile. Il suo nome spunta negli atti di un’inchiesta che, l’anno scorso, portò in carcere i vertici del clan mafioso di Resuttana da sempre guidato dai boss stragisti della famiglia Madonia.

Condannato a 17 anni per un omicidio commesso dopo una banale lite per la restituzione di un braccialetto, figlio di un mafioso assassinato, di lui il capomafia Gregorio Palazzotto diceva “é mio fratello”. I Madonia gli avrebbero affidato il loro tesoro, tanti soldi da ripulire, e le scommesse dell’ippodromo, poi sequestrato per mafia. Bar, tabacchi, immobili, Corona negli anni ha fatto molti investimenti. Col denaro delle cosche, secondo i pm.