COMPLICI E SOLIDALI
Gli ultras di calcio in Italia sono diventati loro malgrado testimoni delle misure più incostituzionali in questo Paese: diffide, flagranza differita, limitazioni alla libertà di circolazione e di espressione delle persone.
Il nostro gruppo ha sempre attivamente contestato e combattuto quando le stesse limitazioni sono state inflitte ad altri: i migranti, detenute e detenuti, i troppi senzatetto e senzalavoro in città e non solo.
Ora è stato richiesto di applicare una di quelle misure nei confronti di Francesco, un nostro compagno e fratello: la sorveglianza speciale.
Uno “specialmente sorvegliato” subisce una serie amplissima di restrizioni: per muoversi, per lavorare, per fare sociale e socialità.
Non abbiamo mai creduto nella giustizia e nel beneficio di provvedimenti del genere, che vengono adottati troppo discrezionalmente e spesso andando a colpire le persone che, anziché essere pericolose, fanno invece le cose più importanti e significative: solidarietà, manifestazione del dissenso, impegno quotidiano dentro e fuori il quartiere.
Non ci sono ragioni per cui il nostro fratello Francesco debba esser sottoposto a un ennesimo abuso. Siamo e saremo sempre complici e solidali con lui, se le colpe e le condotte per cui lo si vuole trasformare in uno “specialmente sorvegliato” sono proprio quelle che ce lo hanno fatto conoscere, apprezzare e amare negli anni e nei decenni. Non solo alla partita. Sulle strade e sui gradoni. Dentro e fuori lo stadio, ogni stadio in cui la vita ci ha fatto incrociare la sua generosità e il suo impegno per gli altri. Cosenza Vecchia resiste.
I Drunkards









