Cosenza, operazione antiusura: 14 misure cautelari

Mario Spagnuolo

Oltre 100 carabinieri, nei Comuni di Cosenza, Trenta, Rovito, Mendicino, Rende, Rose, Luzzi e Massafra, stanno dando esecuzione a 14 misure cautelari, emesse dal g.i.p. presso il tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza.

Le indagini, sviluppate dalla compagnia carabinieri di Cosenza, sono state avviate a seguito della denuncia presentata da due commercianti, titolari di  una storica gioielleria cosentina, vittime di usura. Le complesse attività investigative condotte hanno permesso di documentare una capillare rete di soggetti anche con precedenti specifici che, perfettamente aderenti al tessuto sociale cittadino, elargivano a privati e commercianti deboli ed in condizioni di grave disagio economico, prestiti a tassi usurari. Gli indagati, inseriti nel locale contesto criminale, non esitavano a fare ricorso a ripetute minacce e ad atti di violenza fisica pur di conseguire i proventi illeciti derivanti dalla restituzione delle somme lievitate in ragione degli interessi, che venivano applicati in percentuale esponenzialmente superiore a quelli soglia fissati dal vigente decreto ministeriale.

Più in dettaglio, dalle risultanze degli approfondimenti investigativi sono  emerse le responsabilità di 18 aguzzini che erano soliti applicare, a fronte delle cessioni di danaro, tassi usurari mensili oscillanti fra 10% ed il 100%, per un giro d’affari superiore ai 50.000,00 €. Tra l’altro, le indagini hanno consentito di acclarare che alcune delle 17 vittime identificate, pressate da una gravissima condizione di precarietà finanziaria e da esigenze di sopravvivenza della propria attivita’ economica, avevano contemporaneamente contratto debiti con più usurai, nel tentativo di fare fronte alle incessanti sollecitazioni di pagamento saldando le posizioni debitorie più impellenti.

I NOMI DEGLI INDAGATI (http://www.iacchite.com/cosenza-operazione-antiusura-i-nomi-degli-indagati/)

CONFERENZA STAMPA: LE DICHIARAZIONI DI SPAGNUOLO

L’indagine, secondo il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, mostra “la miseria e la difficoltà, non delle persone marginali, ma di chi ha una vita normale e non riesce ad arrivare a fine mese, che riesce ad andare avanti solo ricorrendo al mercato usurario. E’ un’ indagine sull’usura che vessa il cittadino normale, abbiamo registrato minacce gravi perché non si è saldato un debito di 100 euro – ha detto ancora Spagnuolo – e questo ci da’ la misura di una realtà che solo il falso perbenismo borghese riesce ad occultare. Siamo partiti da una denuncia precisa di due persone che sono passate da una certa agiatezza economica a seri problemi – ha detto ancora il procuratore – e il dato è che bisogna denunciare, il reato d’usura può essere represso solo grazie alla denuncia del cittadino“.

Poi per Spagnuolo emergono due dati in particolare: “le vittime sono gente comune” e “tra gli usurai ci sono persone con precedenti penali anche rilevanti, ma anche persone insospettabili. C’è gente sotto strozzo anche per 200 euro, che non può fare la spesa, e lo strozzo lo fanno anche gli impiegati”. Gli inquirenti, al riguardo, hanno riportato le frasi intercettate in una telefonata tra due persone coinvolte nell’operazione: «Cosenza è piena di strozzini, ce ne sono assai, lo strozzo non lo fa solo la malavita».