Cosenza, ospedale dell’Annunziata. La denuncia di don Germano: “Mia zia spostata come un pacco senza avvisarci”

di Don Germano Anastasio, guida della parrocchia dedicata alla Vergine di Lourdes, dopo essere stato riferimento a Portapiana e abate a San Giovanni in Fiore

Scrivo quanto segue non perché voglia ottenere favori ma affinché tanti che, prima di me, hanno vissuto una situazione simile alla mia abbiano una voce che si unisce alla loro e affinché, se possibile, non si verifichino in futuro tali incresciose situazioni.

In attesa di sapere che la mia cara “zia-mamma” Annina forse oggi sarebbe stata trasferita dall’Area Covid allestita all’Annunziata di Cosenza, perché risultata positiva al momento del ricovero avvenuto nella tarda serata di Venerdì 08 luglio, nel reparto di Ortopedia o di Malattia Infettive (almeno così mi era stato detto) in attesa di essere sottoposta ad intervento chirurgico in seguito a frattura del femore; stamattina vengo a scoprire che non era più lì. Cerco di prendere informazioni pensando che di fatto fosse stata già trasferita in reparto quando vengo a scoprire che ieri sera, alle 19:00, era stata dimessa per essere trasferita ad “altro Istituto”. Arcano mistero. Mi sono trovato nelle condizioni, dettate da umana agitazione, di dover far intervenire degli amici per venire a capo di dove realmente mia zia fosse stata trasferita.

Solo dopo diversi giri di telefonate e di informazioni assunte vengo a scoprire che si trovava presso il Reparto Covid di Cetraro (Cs) risultante, addirittura, “proveniente da Rossano”; dato quest’ultimo che aveva provocato pure iniziali difficoltà ad avere la certezza della sua presenza presso l’ Ospedale del Tirreno Cosentino. Capisco tutte le difficoltà, capisco lo stato di emergenza, capisco il sovraccarico di lavoro, capisco le condizioni sfavorevoli nel quale il personale ospedaliero lavora (e ci mancherebbe pure) ma non posso accettare nel modo più assoluto, però, che un familiare/parente di un paziente non venga avvisato telefonicamente o tramite messaggio o tramite email non oso dire per ricevere l’autorizzazione (me ne guarderei bene), ma semplicemente per essere avvisato ed informato di una dimissione e di un trasferimento in atto.

Eppure è intercorso un arco temporale compreso tra le 19:00 del 10 luglio e la mattina di lunedì 11 luglio alle 08:00. È possibile mai che per ottenere una notizia, un’informazione diritto inalienabile del parente e dovere indiscutibile ed inopinabile di un Ente Ospedaliero, che prende in custodia il paziente, si debba ricorrere al sistema basso e sterile delle conoscenze, delle amicizie e dei favori. E chi non ne ha la possibilità? Cose assurde e come si suol dire “dell’altro mondo”. E come diceva un noto ignoto “meditate gente, meditate…”
Questa la mia amara e sofferta odierna esperienza. Che il Signore ci aiuti e ci salvi. Affidiamoci a Lui e che ce la mandi buona, se possibile…

Don Germano Anastasio