Cosenza, Palazzo Compagna: il Pd, Bilotti e la mostra “invisibile” della figlia di Madame Fifì

LE CAZZATE DEL PD E LA VERGOGNA DI MADAME FIFI’

La formale richiesta inoltrata dal gruppo consiliare del Pd in merito all’accesso “agli atti amministrativi relativi alla stipula della convenzione tra il Comune di Cosenza e l’Università della Calabria finalizzata all’utilizzo dei locali di Palazzo Compagna per lo svolgimento delle sedute di laurea” appare tardiva e soprattutto molto strana.

Partiamo dal fatto che riteniamo legittimo che un consigliere si chieda perché il Comune, con tante sedi prestigiose proprie, si presti a stringere accordi con l’Università della Calabria per portare le lauree in una residenza di un privato, sempre ammesso che esista una convenzione Unical-Comune e non sia stato solo un accordo generico tra Occhiuto e il professore Paolo Veltri al solo scopo di farsi una pubblicità positiva sia per il Comune che per la residenza privata e l’Università.

Ma quello che stranisce, in prima battuta, è che, disconoscendo le norme, il Pd nella stessa richiesta chieda di “verificare e conoscere il procedimento amministrativo relativo all’insediamento in quello stesso Palazzo della “Residenza Ruggi d’Aragona”. Come potrebbe esserci un atto amministrativo del genere se Palazzo Compagna è di proprietà privata? Semmai, ci sarebbe stato da chiedersi, già allora e non adesso alla luce delle bugie del proprietario Bilotti, come mai il Comune abbia tanto sponsorizzato una tale iniziativa. E bisogna chiedersi anche perché il Pd non abbia detto nulla quando è stata stipulata la convenzione. Evidentemente prima gli andava bene e adesso no. Come mai?

Cerchiamo di capire allora perché prima Bilotti era buono e adesso no. Del resto, non serve un profeta o un indovino, basta guardare i fatti e seguire le… clientele, delle quali esistono ancora oggi ampie tracce. Al Museo Bilotti di Roma, quello di Villa Borghese, il 18 gennaio scorso, veniva inaugurata in pompa magna la mostra “Architettura invisibile”, a cura di Rita Elvira Adamo. Chi è questa gentile signorina? Ma è la giovane figlia di Nicola Adamo e di Enza Bruno Bossio, studentessa di architettura della London Metropolitan University, premiata in maniera a dir poco “sospetta”, per aver confrontato le opere degli architetti radicali italiani degli anni ’60-70 con progetti selezionati da architetti contemporanei giapponesi. Capirai la novità…

Quella sera all’Arancera (abbiamo fatto anche rima!) all’inaugurazione della mostra c’era tutto il meglio del Pd calabrese e tutto il lusso e lo sfarzo possibili. E il vernissage seguiva tutta una fase di “corteggiamento” al marchese-mecenate-cartonaro fatta di soggiorni londinesi, di vacanze e di gite e persino di “fotocopie” sistemate a via dei Martiri, la residenza cosentina della magara.

Non sono passati molti mesi, eppure mai e poi mai il Pd si era avventurato a trovare qualcosa da dire su Bilotti, su Occhiuto e sull’utilizzo di Palazzo Compagna. Tuttappo’…

Oggi invece il Pd chiede addirittura l’accesso agli atti e, soprattutto, quella gran brava donna di Madame Fifì non prova neanche un piccolo senso di vergogna. Del resto, questa gran signora la vergogna, nonostante sia una sua fedele compagna di vita, insiste a non voler vederla: dev’essere “invisibile” come la mostra di sua figlia…