di Saverio Di Giorno
C’è un nuovo capitolo che riguarda il sedicente Palazzo Parisio nel pieno centro di Cosenza su cui è tanto difficile cogliere informazioni. Iacchite’ se n’è occupata a più riprese del palazzo, i cui lavori, sotto il sigillo Weibuld, procedomo a passo svelto.
Negli ultimi articoli avevamo appreso che sicuramente i prezzi erano fuori mercato (2 mila euro al metro quadro) e che all’acquisto o all’assegnazione fossero interessati gli appartenenti alla borghesia cosentina. Pochissime le informazioni che si riescono a reperire, si va per dettagli e per ipotesi. Non solo per noi ma anche per quegli stessi pochissimi consiglieri che hanno chiesto l’accesso agli atti e non hanno avuto risposte. Di sicuro ne dovrebbe avere la figlia di Incarnato per competenze dell’assessorato. Ma è molto probabile che il padre non le abbia detto niente, non si sa mai…
E allora vediamo di aggiungere quale dettaglio. Per ora oltre al sigillo Weibuild si sa che probabilmente a costruire c’è una società alla quale potrebbe essere legato l’imprenditore Mariano Vulnera (indagato anni fa per le vicende relative a Viale Parco). Una voce che finora nessuno ha mai smentito anche perché sarebbe difficile… https://www.iacchite.blog/cosenza-palazzo-parisio-e-la-longa-manus-del-porto-delle-nebbie-protagonisti-e-retroscena/
Gli articoli si chiudevano con una domanda: è vero che tale area è sottoposta a vincolo paesaggistico? Non lo era, ma adesso pare proprio di sì. Il decreto uscito qualche tempo fa ingloberebbe anche questa area ma con alcune incongruenze, una almeno. Negli elaborati allegati al decreto è presente ancora il villino Cipparrone, che però è stato demolito per consentire la costruzione di palazzo Parisio.
Mettiamo in fila i fatti. Il vincolo paesaggistico era richiesto da molte voci della società cosentina ed è rimasto però in sospeso per tre lunghi anni. Una volta che la demolizione è avvenuta e il palazzo costruito, il vincolo viene approvato e riporta la precedente costruzione come storica. Quindi – a rigor di logica – se “il vincolo” (chiamiamolo così) fosse arrivato giusto con un po’ di anticipo non avrebbe potuto essere abbattuto. Si è abbattuta, quindi, una costruzione storica.
È solo inefficienza cronica o è un tempismo studiato? Prima non poteva essere proprio approvato. Ma allora, senza scomodare Rosi e il suo “le mani sulla città” che interessi ci sono dietro questa ennesima colata di cemento? Prima o poi lo scopriremo.