“Tutti sanno che in alcuni casi c’è stata una compravendita di voti, in altri si è assistito alla apparente sparizione di alcune schede, in altre alla difformità della registrazione dell’espressione di voto rispetto al verbale degli scrutatori. Se si dovesse fare un nuovo conteggio o una verifica potrebbe cambiare la composizione del Consiglio”.
Queste dichiarazioni di Enzo Paolini rilasciate alla Gazzetta del Sud sono diventate (ed era ora!) notitiae criminis e hanno indotto la procura di Cosenza a convocare l’avvocato come persona informata sui fatti. Ha condotto l’interrogatorio il pm Antonio Bruno Tridico. A coordinare le indagini sono il procuratore capo Mario Spagnuolo e l’aggiunto Marisa Manzini.
Ora si tratterà di vedere a quale candidato viene imputata questa compravendita ma guardando il risultato elettorale non serve un profeta per capirlo. E poi resta da vedere chi sarebbe stato l’intermediario scelto dal candidato che comprava i voti. Se l’intermediario ha qualcosa a che vedere con la criminalità, non c’è dubbio che entriamo nel campo del voto di scambio, che è materia della DDA di Catanzaro. Che lavora da più tempo ormai sul voto di scambio a Cosenza, già per le elezioni del 2011.