E’ sbagliato definirlo fenomeno da baraccone. Io almeno non la penso così di Saluta Andonio, al secolo Marco Morrone. Un ragazzino di 16 anni di Cosenza che con i suoi video ha conquistato il fantastico mondo di Internet. E tutto grazie all’accento cosentino, alla sua simpatia, e a quel faccione paffutello che ti viene voglia di dargli pizzicotti a più non posso.
E’ il 2015 quando Marco si trova in auto con suo padre e decide di girare un video, proprio come fanno tanti altri ragazzi della sua età, per poi caricarlo su Youtube. Durante la clip però fa qualcosa di diverso da chiunque altro e pronuncia quelle due parole che lo renderanno famoso: “Saluta Andonio”, riferito ad un imbronciato papà che di salutare, nel video, non ne aveva proprio voglia.
Da allora Marco di strada ne ha fatta. Ha girato molti video, ricevendo milioni di like. Ha incontrato tantissimi personaggi importanti del mondo della musica e dello spettacolo, con i quali si è rapportato da serio e preparato professionista. E battibecca su FB con la Moric, ed altri personaggi famosi, con lo stesso piglio ed esperienza di una blogger come Selvaggia Lucarelli.
Marco ha addirittura promosso un suo tour ed è chiamato dappertutto. Ed in ogni luogo dove arriva riceve affetto e apprezzamento. E’ amato ovunque, tranne che nella sua città, dice il manager. A Cosenza i suoi coetanei, e non solo, lo prendono in giro, e in tanti lo criticano perché rappresentare Cosenza in quel modo, dicono, è offensivo per i cosentini (esagerati!).
Non mancano le critiche intellettuali e politiche contro Marco. Ho letto trattati di sociologia e antropologia su questo ragazzino che descrivono la sua “mediocrità”, e come la stupidità, nell’era dei social, attecchisca più delle cose serie ed importanti. Ma i suoi detrattori non si sono fermati qui. Qualcuno ha pensato bene di raccontare al grande pubblico i lauti guadagni del ragazzino. Come a dire: a questo scemo per dire una minchiata lo pagano pure! Di più, gira da un mese un video dove Marco invitato ad una festa per fare un “saluto”, viene fischiato al grido di “scemo, scemo”.
Insomma pare che qualcuno non aspetti altro che la fine mediatica di questo “fenomeno”. Perchè tutto questo astio nei confronti di questo simpaticone di ragazzino?
La verità è che Marco è figlio dei nostri tempi. E ai suoi tempi si è adeguato, sfruttando un’opportunità che solo questa “era” può offrirgli. Tempi di comunicazione globale dove se azzecchi la “battuta”, hai svoltato. Una specie di schedina moderna. Uno se la gioca, e la butta lì, nel web, se va va. E Marco ha fatto 13. Del resto, se è la stupidità che oggi si vende, la colpa non è di Marco che dalla sua “battuta” intelligentemente ne trae profitto, è il mercato culturale che la chiede. E Marco da bravo “imprenditore culturale”, copre la richiesta. E il suo prodotto, oggi, va a ruba. Provate voi a farvi pagare 1.500 euro per dire da un palco, o in una discoteca due parole. Non è da tutti. E questo genera un po’ d’invidia e di risentimento in chi pensa di saper fare molto di più di Marco ma non ha lo stesso suo successo.
Come dice il suo amico Morandi, purtroppo, “uno su mille ce la fa”. E Marco ce l’ha fatta. E noi della redazione di Iacchite’ auguriamo a questo ragazzino dal faccione tondo il raggiungimento di altri importanti traguardi e tutto il bene di questo mondo. Vai Marco, adesso vogliamo vederti sul grande schermo. Magari insieme a Ficarra e Picone, che sono i suoi idoli.
GdD