Era il 3 dicembre del 2021 quando i media di regime ci informavano che il porto delle nebbie di Cosenza aveva menato uno schiaffone molto forte al procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri dichiarando inutilizzabili le intercettazioni che si riferiscono al mancato collaudo di piazza Fera e che erano state alla base del sequestro stesso della piazza, il 24 aprile del 2020.
Di conseguenza, veniva chiaramente “ammazzato” il processo che era scaturito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro e che aveva portato al rinvio a giudizio di 13 persone, tra le quali anche il sindaco cazzaro Mario Occhiuto. E meno di tre anni dopo è venuto meno anche il sequestro della piazza, con grande festa e giubilo di tutta la malapolitica e la massomafia cosentine ovviamente unite.Â
Il cavillo trovato dall’avvocato Franco Sammarco riguardava il fatto che quelle intercettazioni si riferivano ad altre inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ovvero: infiltrazioni del clan Perna nei lavori della piazza, estorsioni ai danni di alcuni imprenditori, e altre storie che poi sarebbero confluite nel procedimento “Frontiera” sul clan Muto. L’avvocato, dunque, ha avuto gioco facile nel dimostrare che la Dda avrebbe dovuto chiedere un’altra autorizzazione per intercettare gli scagnozzi di Occhiuto e ovviamente cantava vittoria sui fogli di regime, che gongolavano ieri come oggi per il pericolo scampato.
In realtà , tuttavia, a tutti non sfugge affatto che la manovra di Sammarco e della sua “banda” altro non è che la solita sfida – vincente – al procuratore Gratteri. Visto che il porto delle nebbie aveva già insabbiato, all’epoca in cui era procuratore Granieri, il processo su piazza Fera e considerato che anche la presidente della sezione penale, tale Carmen Ciarcia, aveva affossato il secondo processo, il quesito diventava un altro, che naturalmente non si torvava negli scritti o nei fogli dei media finanziati dal regime.
Il quesito era quello che portava dritti ad una nuova sfida nei confronti di Gratteri: se è vero – com’è vero – che queste intercettazioni riguardavano altre inchieste, adesso vediamo che cos’hai in mano per provare a scardinare le coperture e le protezioni della massomafia cosentina. Beh, ormai la risposta la conoscete tutti. Gratteri si è congedato con il patetico blitz “Reset” del 1° settembre 2022 e poi se n’è andato a Napoli tenendosi tutti gli schiaffoni che gli ha menato la malapolitica e la massomaiia cosentina, ovviamente unite. Come sempre, a futura memoria.Â