Cosenza, ponte di Calatrava: il gigante, i nani, le papere

Tra i tanti commenti (negativi, ché quelli positivi potete leggerli su tutti gli altri media notoriamente finanziati dal Comune di Cosenza) sul ponte di Calatrava ne abbiamo scelto tre, che incarnano alla perfezione tutti i dubbi dei cosentini.

Il dovere giustificare il ponte del geniale Santiago Calatrava, con la realizzazione immediata di uno specchio di acqua sottostante, è la prova provata che l’Amministrazione comunale di Cosenza si è resa conto che questo bellissimo ponte è stato posto nel luogo sbagliato e che ogni scatto fotografico che riprende la realtà, è una pessima pubblicità alla Città di Cosenza. Le immagini, infatti, fuori da Facebook, navigano in rete e la gente giudica ciò che vede. L’Amministrazione, dunque, si rende conto che deve porre rimedio immediatamente, diversamente il Ponte non potrà più di tanto essere propaganda politica.

Infatti, la fierezza con la quale si ergono stazza e personalità architettonica del ponte, mostra, al confronto con il contesto, non tanto la povertà e i sacrifici della piccola imprenditoria della realtà circostante che in gran parte si chiama Natura, Verde, ma la miseria politica di chi, ora, deve far digerire ai cittadini la GRANDE GIUSTIFICAZIONE e ulteriori spese sostenendo la campagna di pubblicità che promuove l’idea di benessere, sport, navigabilità, parco acquatico o altro. La realtà, unica e sola, è che manca acqua sotto al ponte. Possiamo dire però che oltre alle barchette, questo specchio di acqua che arriverà, ha già tante “papere”.

Fabio Gallo

È stato inaugurato di notte perché la gente non doveva vedere, è stato magnificato con i soldi dei comuni cittadini, è il regresso ferroso che si regge sul nulla, è vano il tentativo del ponte di nascondere le baraccopoli alla sua destra e alla sua sinistra, è furiosa la vetta che non riesce a coprire (aperture alari) i cumuli d’immondizia gettati qui e là. Davvero è un’opera bellizz(ss)ima? Tra poco, qualche incauto cittadino, lancerà le sue buste di spazzatura giù dal ponte. Salteranno le luci come su Viale Parco, il cemento si staccherà dal suolo come la pavimentazione sgretolata su Piazza Fera/Bilotti, avvieranno ed affideranno nuovi lavori a ditte/imprenditori amici. Nuovi e infiniti palazzi delimiteranno il Ponte di Cala(la)trava… 

Giada Zenardi

Si può discutere se il ponte è bello o è brutto ma so di sicuro che si chiama ponte per collegare qualcosa e questo ponte fa la stessa funzione che fanno gli altri due ponti uno a 50 metri e l ‘altro a 100 metri di distanza: cioè collegano le due sponde del fiume. Il ponte di Calatrava avrebbe avuto senso se si collegava la superstrada con Cosenza, così com’è non serve, anzi sono stati tolti dei soldi da un capitolo molto importante e delicato come le case popolari. Inoltre, è costato la stessa cifra che il vecchio Giacomo Mancini aveva previsto per collegare la strada statale 107. Come mai?

Raffaele Zuccarelli