Cosenza, PSC “truccato”: il Pd chiede chiarezza a Spagnuolo e alla Manzini

La banda del cazzaro e del gattopardo

La pianificazione del territorio urbano del Comune di Cosenza è stata decisa a giugno 2017 con l’adozione del PSC-REU (Piano strutturale comunale-regolamento edilizio urbano) con cui si è aderito al principio del “consumo a suolo zero” ovvero non sono state previste ulteriori volumetrie da riconoscere sul territorio e sono state “utilizzate” e spostate tutte le volumetrie non ancora utilizzate dalle località di Donnici e Muoio verso il centro e a via degli stadi, togliendole ad alcuni privati cittadini per favorirne altri (anche sotto mentite spoglie).

Al momento dell’adozione del PSC-REU confluisce al consiglio comunale del Giugno 2017, previa delibera di Giunta, un atto di pianificazione con indici di perequazione (spostamento delle volumetrie dai piani particolareggiati di Gergeri/Vagliolise/via degli Stadi) e di compensazione maggiori e rettificati arbitrariamente rispetto al documento definitivo depositato, nel 2015 dal Comune di Cosenza, al genio Civile (oggi di competenza della Regione Calabria)

Questa modifica di natura sostanziale e non meramente formale come hanno cercato di farla passare (si parla infatti di ” modifiche apportate per una migliore lettura delle tavole e fruibilità delle stesse”) non viene neanche illustrata dall’arch. Lutri durante il consiglio, come si evince dalla relativa trascrizione integrale della seduta consiliare, e avrebbe comportato la necessaria riconvocazione della conferenza di pianificazione ed il rilascio di un nuovo parere della Regione Calabria in materia sismica, visto lo spostamento di volumetrie tra zone non omogenee, mentre in realtà per evitare la sospensione del procedimento di adozione le modifiche apportate non vengono comunicate e si passa alla sua adozione.

Al Tar di Catanzaro il Comune di Cosenza, costituendosi in giudizio parla di un unico PSC (quello adottato), disconoscendo la presenza di un documento definitivo depositato nel 2015 al genio civile: scatta pertanto la denuncia-esposto per falsità ideologica commessa in atto pubblico e per false dichiarazioni -attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria.

Il sindaco a questo punto, come tutore della legalità, dovrebbe immediatamente sospendere il procedimento di adozione del PSC e verificare con un ‘inchiesta interna se effettivamente è confluito un documento di pianificazione recante modifiche sostanziali , non autorizzate e dalle quali derivi l’obbligo della riconvocazione della conferenza di pianificazione ed il rilascio di un nuovo parere della Regione Calabria, così come da quest’ultimo dichiarato nell’intervento ad adiuvandum effettuato presso il Tar di Catanzaro.

La tutela della legalità deve essere riservata anche nella pianificazione del territorio e la pubblica amministrazione deve sempre agire secondo trasparenza e lealtà nel rispetto degli interessi collettivi, di cui si è fatto portavoce Guccione prima intentando una causa al Tar di Catanzaro e poi di un esposto querela con l’avvocato Gabriella Marini Serra.

Oggi in una conferenza stampa sono state spiegate tutte queste dinamiche: il Pd auspica che il procuratore Spagnuolo e la Manzini facciano chiarezza sulla vicenda. Con scarsissime, se non nulle, possibilità di successo. Basta guardare la foto in copertina.