Cosenza, questione rom: i lavori a via Popilia bloccati dall’Ispettorato del Lavoro. Parla il Comitato residenti

Noi non ci stiamo!

Dopo i numerosi articoli di stampa riguardanti il prossimo spostamento di una grossa fetta degli abitanti di via Reggio Calabria (sembra addirittura 8 nuclei familiari su 17) in una palazzina situata in via Ugo Spirito angolo via Popilia, ci vediamo costretti a prendere una posizione ufficiale anche con la stampa.

Le nostre perplessità su questa operazione “fumosa” nascono su solide basi di sicurezza e integrazione. L’immobile in questione è stato in passato già oggetto di un primo “tentativo di ristrutturazione”, già all’epoca contestato da alcuni singoli residenti, a causa di una presunta mancanza di autorizzazioni per la sopraelevazione in cemento armato su una vecchia struttura a mattoni pieni (ex conceria Morelli). Non abbiamo certezze sui reali motivi, ma sta di fatto che quella ristrutturazione si bloccò e l’immobile rimase per anni all’intemperie.

Da qualche settimana, abbiamo notato strani movimenti intorno a questo immobile, lavori realizzati alla chetichella in barba alle più comuni regole edilizie (tramezzi divisori che dividono vani riservati a porte-finestre, detriti scaricati in aree non di pertinenza dell’immobile in oggetto, norme di sicurezza sul lavoro ignorate ecc ecc). Dopo aver indagato e saputo dell’eccessivo numero di possibili nuovi inquilini ci siamo posti le seguenti domande: 1. Tecnicamente le numerose tramezzature costruite nell’immobile per realizzare 8 alloggi (!!) in circa 240 mq, sovraccaricano ulteriormente una struttura già probabilmente pericolante?

2. A livello sociale è corretto accumulare in un così esiguo spazio 8 nuclei familiari che necessitano invece di integrarsi nel tessuto cittadino per evitare una nuova ghettizzazione come quella di via Reggio Calabria?

Queste (e nessun’ altra) sono state le motivazioni che ci hanno spinto ad unirci e  a presentare le nostre rimostranze agli enti preposti (vigili urbani, forze dell’ordine e ispettorato del lavoro) e infine anche in un incontro con il sindaco. ALLONTANIAMO CON FORZA DA NOI LE ILLAZIONI DI STAMPO RAZZISTA che alcuni articoli e/o alcuni personaggi cercano di metterci in bocca per provare a nascondere chissà quale interessi dietro questa operazione. Dal punto di vista sociale abbiamo solamente mosso osservazioni sui metodi della seppur necessaria integrazione di queste persone ghettizzate per anni, vista l’evidente impossibilità di gestire oltre 20 persone in pochi metri quadri (circa 10-12 mq pro capite!!!) senza nessuno sfogo all’esterno (niente giardini, né terrazzi ne addirittura balconi).Dal punto di vista strutturale e speculativo, abbiamo letto sulla stampa di “immobile nella disponibilità del comune”! A noi risulta che l’immobile è oggetto di compravendita tra privati con una caparra minima già versata e un saldo (di quasi l’intero importo) da versare a fine 2018! È un immobile nella disponibilità del comune questo? Può un privato prendere finanziamenti comunali (pare ben 35000€ annui per 10 anni) per un immobile “acquisito” in questo modo e ristrutturato in barba ad ogni legge? Esistono i requisiti di abitabilità, quelli dimensionali e di idoneità certificate tanto sbandierate nel bando comunale? A tal proposito, I LAVORI SONO STATI BLOCCATI VENERDÌ SCORSO DALL’ISPETTORATO DEL LAVORO (come volevasi dimostrare) PER GRAVI IRREGOLARITÀ.

Speriamo che gli altri enti interpellati intervengano ognuno per le proprie competenze (senza farsi condizionare dall’esigenza di trovare una sistemazione a queste persone per l’imminente inaugurazione del Ponte di Calatrava) al solo fine di evitare questa ignobile speculazione che starebbe per perpetrarsi sulle spalle dei residenti di via Reggio Calabria prima e su quelli dell’intero quartiere di via Ugo Spirito e dintorni poi.

Comitato spontaneo Residenti Quartiere via Ugo Spirito