Cosenza, qui Annunziata. Il primario di Medicina replica ad Arcuri: “Per noi i pazienti sono tutti uguali”

Il post del giornalista Enzo Arcuri, ripreso dalla vostra testata, necessita di una risposta (http://www.iacchite.blog/cosenza-allannunziata-nessuna-informazione-per-i-parenti-dei-pazienti-situazione-assurda/). Il paziente cui si riferisce è stato ricoverato in Medicina il venerdì sera. Il cognato medico che secondo lui ha “inutilmente tentato di avere notizie via telefono”, si è sentito telefonicamente con un mio collega di reparto (il dr. Barone), che conosce personalmente, il venerdì mattina (ma il paziente era ancora in Pronto Soccorso).

Sabato mattina gli ha inviato un sms comunicandogli di aver avuto il sospetto diagnostico da parte dei medici. All’ atto del ricovero il medico di guardia, d.ssa Ruvio, ha parlato con il figlio che accompagnava il paziente comunicandogli tra l’ altro i numeri di telefono di reparto, gli orari per le chiamate, e l’ e-mail della Direzione Sanitaria per la richiesta di autorizzazione alle visite.

Sabato mattina la d.ssa Gallo ha avuto un nuovo colloquio telefonico con il parente medico del paziente. Domenica pomeriggio la d.ssa Pignataro ha telefonato personalmente ai familiari del paziente per aggiornarli sulle sue condizioni di salute. Tutto questo (che è documentabile) dimostra l’ assoluta infondatezza di quanto affermato dal giornalista, al quale vorrei chiedere, per il lavoro che fa, se è questo il modo di diffondere notizie.

Il giornalista continua dicendo che “gli portano da mangiare ma lo lasciano su un tavolo e nessuno lo assiste”. I vassoi vengono lasciati sul tavolo dagli addetti alle cucine, che non hanno il compito di far mangiare i pazienti. Questo compito viene invece svolto dagli operatori socio-sanitari, o dagli infermieri data la carenza dei primi, e talvolta da noi medici quando non bastano neanche gli infermieri (anche loro carenti). La cartella clinica informatizzata (che in quanto tale non può essere manomessa) può testimoniare quanto è stato fatto per il paziente. E’ quindi, la sua affermazione ad essere “al limite del codice penale”.

Il Sig. Arcuri, poi, dovrebbe vergognarsi di dire che noi medici “stiamo facendo carta straccia del giuramento di Ippocrate”. Vorrei ricordare a lui e ad altri che proprio per non tradire questo giuramento noi del reparto Medicina siamo andati a Rogliano a curare i pazienti Covid a rischio della nostra vita, perché non raramente mancavano alcuni presidi di sicurezza (come in tutta Italia) e li sostituivamo con copricapo adattati da buste di plastica. Vorrei rassicurare il Sig. Arcuri, che scrive di conoscere personalmente la Governatrice della Calabria, chiamandola amichevolmente Jole, che continueremo ad assistere il suo parente, pur nelle difficoltà di questa emergenza da Covid, che in Calabria si somma ad una criticità della Sanità più che decennale, con il massimo impegno, così come facciamo con gli altri pazienti. Per noi sono tutti uguali, e nessuno è “più uguale degli altri”.

Dr Carlo Bova, Direttore UOC Medicina Valentini, Azienda Ospedaliera Cosenza