Cosenza, referendum. Chi ha paura dell’astensionismo? E in città si supererà il 30% dei votanti?

Una delle componenti essenziali per decifrare come andrà il referendum per la città unica a Cosenza sarà rappresentata dall’astensionismo. Diciamocelo francamente: già nelle ben più importanti elezioni politiche o amministrative la percentuale dei votanti è calata e di parecchio; di conseguenza, come tutti sanno, in occasione dei referendum scende ancora di più, qualunque sia l’impegno dei partiti dell’arco politico. E’ perfettamente inutile proporre raffronti con le elezioni comunali, che non reggono minimamente. Nessuno può davvero pensare di portare a votare per un referendum, per quanto importante, percentuali di elettori che si avvicinino al 50%. Ovviamente parliamo della città capoluogo, di Cosenza, perché il ragionamento cambia per Rende e Castrolibero, dove la consultazione è molto più sentita da parte di quei politici che si vedrebbero soffiare sotto il naso la loro città da una  cricca più o meno compatta di politici molto più corrotti di loro. E naturalmente anche da parte di quei cittadini (che poi sono la maggioranza) che non vogliono rinunciare alla loro identità di rendesi o castroliberesi.

A Cosenza, con decenza parlando, alla stragrande maggioranza dei cittadini di questo referendum non gliene frega niente. In moltissimi non sanno neanche che si vota e quei pochi che lo sanno, hanno le idee tutt’altro che chiare. Si dirà: ma i partiti da Sinistra Italiana a Fratelli d’Italia sono tutti per il Sì. Ed è vero, ma c’è una grande e sostanziale differenza rispetto al voto per le elezioni politiche o amministrative: non girano soldi e neanche posti di lavoro o prebende sotto forma di determine e delibere. I politici corrotti non possono fornire ai loro abituali clienti quello che vorrebbero e quindi niente soldoni e niente assunzioni oppure incarichi provvidenziali. Soltanto chiacchiere… E questa circostanza porterà anche molti servi della malapolitica a eclissarsi nella giornata del voto puntando a una gita in Sila o da qualche altra parte invece che andare a servire il padrone che non ti offre una… ralla. Discorso diverso invece per chi è sul fronte del No: in questo caso coloro che portano avanti l’opposizione alla casta cosentina sono molto agguerriti. Certo, non saranno tanti ma c’è da giurare che quelli più motivati per andare al voto sono proprio quelli che voteranno No.

Se poi a questo concetto aggiungiamo che all’interno della grande ammucchiata dei partiti non mancano i franchi tiratori e quelli che remano contro il quadro è completo.

Ma passiamo ai numeri. Per il referendum di domani hanno diritto al voto 93 mila elettori così divisi: 55 mila a Cosenza, 29 mila a Rende e 8 mila a Castrolibero. Volete un pronostico? Nella migliore delle ipotesi a Cosenza potrebbe andare a votare il 30% e se fosse così, non è difficile capire chi possa aver paura dell’astensionismo. Intelligenti pauca.