Mario Occhiuto alias il cazzaro non si smentisce mai. Quando era ancora sindaco, nel decennio più nero di tutti i tempi nella storia di Cosenza, aveva solennemente giurato e spergiurato che al Consorzio Valle Crati, dopo la fallimentare gestione Granata, le cose sarebbero cambiate e invece andiamo di male in peggio. Il 28 dicembre 2018, alla chetichella, Occhiuto aveva messo in condizione Granata di poter avere rinnovato per altri cinque anni il mandato di presidente (scadrà appunto nel prossimo mese di dicembre per grazia di Dio!), incurante di tutti i guai e di tutti i disastri che ha combinato. La trama, dunque, è sempre la stessa ovvero illegittimità su illegittimità.
A questo proposito, mai come oggi è opportuno ricordare una storia vecchia di qualche anno che riguarda la testa di legno che il cazzaro aveva individuato per il Consorzio Valle Crati come rappresentante del Comune al posto di Granata e che, dopo appena un mese e mezzo, era scappata a gambe levate.
Anche perché al Comune di Cosenza sulla carta governato da Nicola Adamo “travestito” da Franz Caruso è accaduto un fatto che ha “sorpreso” gli addetti ai lavori che prendono ordini dal regime ma non certo noi…
Occhiuto aveva riproposto . a maggio del 2020 – la stessa “testa di legno” anche come revisore dei conti e il suo nome – comunque di un certo “peso” – era riuscito a fare il miracolo di ricompattare la raccogliticcia maggioranza che gli era rimasta all’epoca. Tra l’altro all’indomani della bocciatura di Tonino Daffinà da Vibo Valentia, particolarmente caro al fratello Robertino, che non era ancora presidente di Regione ma solo deputato.
Oggi, a distanza di 3 anni, quella stessa “testa di legno” ha messo d’accordo ancora una volta la “maggioranza” di Palazzo dei Bruzi, che ha disatteso le indicazioni di Franz (che avrebbe voluto Francesco Colistro ma solo ‘ppe ri caggi…) e ha votato la “testa di legno” facendo credere di aver disobbedito. Ma naturalmente, una volta dopo avervi ricordato che a Cosenza nulla è come appare, ribadiamo che si tratta solo di uno dei tanti giochi delle parti di questa barzelletta che è diventata la politica cosentina. Del resto, tutti sanno che Franz sta lì solo perché l’hanno votato gli elettori degli Occhiuto col voto disgiunto boicottando il candidato-zerbino, la bonanima di Francesco Carusp…
La “testa di legno” di cui sopra altri non è che il ragioniere Andrea Manna, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Cosenza, che nei suoi circa 90 giorni di permanenza al Consorzio Valle Crati, aveva travalicato di gran lunga il suo ruolo di delegato in seno all’assemblea consortile e guida temporanea in qualità di Comune capo bacino. Le competenze e la tempistica a lui assegnate dal mandato del sindaco Occhiuto erano chiare: convocare l’assemblea consortile entro 10 giorni per le elezioni del nuovo presidente. Ma naturalmente la testa di legno – telecomandata – si era guardata bene dal farlo.
Aveva addirittura nominato un Consiglio d’amministrazione: e con quali poteri ? E attribuiti da chi ? E chi avrebbe pagato ?
Non solo, ma il ragioniere Manna aveva anche avuto l’ardire di firmare un incarico legale per resistere contro i ricorsi presentati da tutti i Comuni contro il Consorzio per la ripartizione pro-abitante dei debiti del Comune di Cosenza. Quando sarebbe stata certamente opportuna una delibera assembleare, vista la vacatio di presidente e Consiglio d’amministrazione. E aveva addirittura nominato il RUP per il project financing relativo al finanziamento CIPE.
Avevamo consigliato al ragioniere Manna di non farsi depistare dai giocolieri del Comune di Cosenza che cercavano proprio un pollo come lui.
Alla fine il ragioniere Manna si è dimesso, appena ha capito che l’aria era cambiata. I sindaci dei comuni consorziati, svegliandosi dopo un lungo letargo, avevano rispedito al mittente la proposta del ragioniere Manna di fare una “transazione” con la Fisia, quella ditta che avanza 5 milioni dal Comune di Cosenza e che il suo predecessore Granata avrebbe voluto far pagare agli altri comuni. E finalmente, giunti a quel punto, il ragioniere ha capito che restare un solo minuto di più alla guida di questo verminaio sarebbe stato letale.
A distanza di tempo, dunque, tutto è tornato come prima con il prode Granata contemporaneamente Custode Giudiziario e presidente del Consorzio Valle Crati e con l’inchiesta “Cloaca Maxima” del porto delle nebbie malinconicamente ferma al punto di partenza. Della serie: qui a Cosenza il Gattopardo (il romanzo o il film, fate voi) ci fa un baffo perché il vero Gattopardo, come tutti sapete, ce l’abbiamo in casa e nessuno ha il “coraggio” di mandarlo via.
E quest’affermazione è così vera che oggi la lobby affaristica della politica cosentina ha rivotato la stessa “testa di legno” a capo dei revisori dei conti per architettare qualche “vecchio/nuovo” colpo di genio nella sua squallida finanza creativa.
In questi giorni a Cosenza per fortuna si parla con la dovuta rilevanza della grave emergenza idrica. La testimonianza che pubblichiamo rafforza le convinzioni...