Cosenza. Roberta Anania e Luigi Pincente, “sacrificati” sull’altare dii Guarascio: protagonisti e retroscena

Correva l’anno 2020, estate 2020. Il Cosenza era reduce da una miracolosa salvezza conquistata all’ultima giornata al culmine di una clamorosa rimonta con 10 vittorie negli ultimi tre mesi di campionato. Poi erano seguite settimane e settimane di silenzio, di voci e di tarantelle ed eravamo arrivati al 16 agosto con la squadra ancora in alto mare.

Alla fine, Guarascio aveva risolto tutto con una bella fotografia pubblicata sui social e con la quale, ormai da consumato veterano, aveva preso qualche altro giorno di tempo per zittire quella parte della tifoseria che iniziava a reclamare perché, come al solito, il Cosenza Calcio era in ritardo.

Nella foto c’era la crema dei collaboratori più stretti di Guarascio di allora, tutti bravi ragazzi, e una bravissima ragazza. Oggi, a quattro anni di distanza, di quei collaboratori ne è rimasto soltanto uno, Kevin Marulla, e per giunta dopo un patetico tira e molla seguito al licenziamento del figlio di Gigi e risolto con una provvidenziale marcia indietro la sera prima del 9° anniversario della scomparsa di Marulla, il 19 luglio scorso. Eppure Kevin Marulla, entrato in società all’inizio del 2013, era ed è per tutti lo stakanovista per eccellenza, nonché l’unico che ci ha sempre creduto fin dall’inizio sia alla Serie B del 2018 che alle rocambolesche salvezze degli anni successivi. Alla fine, per come stiamo per spiegare, Kevin dev’essere considerato quasi come un “miracolato”.

ROBERTA ANANIA

Alla bravissima ragazza di cui sopra, Roberta Anania, infatti è andata male: le è stato comunicato il benservito qualche giorno fa, senza particolari spiegazioni. Eppure anche lei aveva dimostrato fedeltà assoluta e si era impegnata giorno e notte per la causa rossoblù. Roberta era entrata anche lei in società nel 2013, con il settore giovanile, ma le sue qualità avevano immediatamente colpito il patron, che dopo qualche tempo l’aveva nominata responsabile della gestione (un incarico di grande importanza) e la incoraggiò a partecipare a Coverciano, in Figc, al corso per abilitazione a direttore sportivo ad indirizzo amministrativo. Roberta Anania aveva così conseguito la qualifica di “Direttore Sportivo”. Correva l’anno 2017 e nulla lasciava pensare che Guarascio si sarebbe privato di una collaborazione così preziosa. Roberta infatti rappresentava il collante tra tutte le componenti del Cosenza Calcio e spesso e volentieri aveva mediato, sofferto ma comunque era rimasta stoicamente al suo posto. Conoscendo Roberta, abbiamo ben pochi dubbi sulle motivazioni che hanno determinato la rottura con Guarascio. Anania è stata tra le più entusiaste sostenitrici del progetto Cosenza femminile e la clamorosa rinuncia del patron all’iscrizione al campionato di Serie C dev’essere stata vissuta molto male da Roberta, che non a caso quando era diventata diesse aveva discusso una tesi dal titolo “Il ruolo di direttore sportivo in rosa”.

LUIGI PINCENTE

Da Roberta Anania a Luigi Pincente il passo, purtroppo, è breve. Anche il preparatore atletico è stato depennato dallo staff tecnico nonostante le solenni promesse di conferma dopo l’ultima salvezza. Per spiegare chi è Luigi Pincente dobbiamo fare qualche passo indietro.

Da quando nel calcio moderno è stata inserita a tutti gli effetti la figura e il ruolo indispensabile del preparatore atletico, a Cosenza l’indiscusso pioniere è stato Giancarlo Rao. Professore di Educazione Fisica laureato all’Isef, ha giocato a lungo nelle categorie dilettantistiche prima di dedicarsi alla professione. Rao ha lavorato con il Cosenza dalla metà degli anni Ottanta fino al 1996: insieme a Di Marzio ha portato i Lupi in Serie B, poi con Giorgi, Reja e Silipo ha sfiorato la Serie A, sempre in prima fila e sempre da protagonista. Anche quando è arrivato Zaccheroni ed è ritornato Di Marzio. Alla fine, però, era andato via insieme al suo grande amico Di Marzio dopo l’avvento di Peppuccio Pagliuso. Rao aveva stretto infatti un bel binomio professionale con mister Antonello Cuccureddu, accompagnandolo nel vittorioso campionato di Acireale e poi nell’avventura alla Ternana. Fu proprio mentre svolgeva il ritiro precampionato con la Ternana che il professore Rao venne a mancare troppo presto, stroncato da un infarto a poco più di 40 anni, nel 1998. Un grande dolore per tutta Cosenza sportiva.

Al Cosenza la sua eredità era andata a Pino Pincente, papà di Luigi, che già collaborava con il settore giovanile ed era molto amico di Giancarlo Rao, che lo aveva iniziato alla professione dispensandogli i consigli e i trucchi del mestiere. Quando ritorna Bortolo Mutti, nel 1999, l’impegno di Pino Pincente con il  Cosenza Calcio diventa fondamentale per le fortune della squadra, che dopo un campionato d’assestamento, nella stagione 2000-01 domina la classifica per tutto il girone d’andata e vede sfumare la Serie A a poche giornate dal termine sul campo del Chievoverona. Pincente è ancora al suo posto, nell’estate del 2003, quando al Virginia arriva la notizia della radiazione del Cosenza Calcio.

Il buon Luigi Pincente è cresciuto per anni nella scuola calcio Marca “benedetto” da Gigi Marulla e a stretto contatto col figlio Kevin. Luigi e Marulla jr sono approdati insieme al  Cosenza Calcio nel 2013 e da allora Pincente jr ha lavorato con grandissimo impegno col settore giovanile. Viene promosso in prima squadra nel 2015, dopo l’esonero di Cappellacci e con l’arrivo di Roselli. Fino al 2017 ha affiancato Roberto Bruni. Una volta catapultato in prima squadra insieme a mister Piero Braglia, ha azzeccato tutte le strategie per portare il Cosenza in condizioni brillanti all’appuntamento con i playoff. Di concerto con Braglia, hanno distribuito i carichi di lavoro nel periodo a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 e i risultati si sono visti alla lunga, con il Cosenza in splendida forma per tutto l’arco delle nove partite dei playoff. Un grandissimo risultato per Luigi Pincente. Che tornerà grande protagonista con l’avvento di Occhiuzzi e con la miracolosa salvezza del campionato 2019-20 di cui sopra. Rescinde il contratto con i lupi il 15 giugno del 2022 dopo la retrocessione sul campo e seguirà il tecnico cetrarese a Olbia e Francavilla. Poi, a marzo di quest’anno, la chiamata del Cosenza. L’idea di affidare a lui la preparazione atletica della squadra dopo l’esonero di Caserta e l’arrivo di Viali si è rivelata vincente, con la clamorosa “resurrezione” fisica dei Lupi, capaci di conquistare le tre vittorie consecutive decisive per la salvezza grazie anche alla corsa e alla resistenza.

Le cronache, anche ufficiali, riferiscono che il patron gli aveva “solennemente” promesso la conferma, persino in caso di addio di Viali ma alla fine ara squagliata d’a nive… con tutto quel che segue.

Sono rimasti gli ultimi tre. Andrea De Poli, segretario generale e macchina organizzativa del Cosenza Calcio per sei anni, ha lasciato a giugno 2022 e l’ha fatto in grande stile, senza polemiche e con tanti ringraziamenti. Roberto Occhiuzzi e Stefano Trinchera invece sono andati via tra mille polemiche, seguite a quella rovinosa retrocessione del 2022, poi annullata dal ripescaggio, ma che aveva messo a nudo i contrasti ormai insanabili tra due professionisti seri e un patron inaffidabile, che a gennaio aveva incassato i soldoni per la cessione di Baez e come da scontato copione non li aveva reinvestiti ma se li era messi… in tasca.

Chi di noi avrebbe mai potuto pronunciare una sola parola contro tutti questi bravi ragazzi e contro questa bravissima ragazza? Nessuno…

Ed è stata questa la grande forza di Guarascio, che magari sarà un tiranno, avrà duemila personalità “nascoste” ed è tirchio ca mancu li cani, ma sapeva come fare per avere la fiducia delle persone che gli interessavano davvero e che reclutava una per una, dopo apprendistato anche drammatici. Oseremmo dire “da guerra”.

Ecco, questi ragazzi (più Roberta) meritavano il massimo rispetto proprio perché hanno superato la “prova”, al contrario di tanti altri che invece non ce l’hanno proprio fatta a credere in Guarascio contro tutto e contro tutti.

Oggi, però, dobbiamo necessariamente prendere atto che di quei ragazzi soltanto uno ha resistito e per giunta, come abbiamo detto, non certo per volontà di Guarascio. A quattro anni di distanza, dunque, possiamo dire che l’arroganza e la protervia di Gargamella è cresciuta a dismisura, fino a “eliminare”, direttamente o indirettamente, proprio quelle persone che lo hanno sempre difeso, spesso contro tutto e contro tutti. E questa fotografia oggi più che mai lo specchio fedele di quello che è diventato il Cosenza Calcio. E i “fedelissimi” di Guarascio sembrano sempre di più… i dieci piccoli indiani del famoso “giallo”. Povera Cusenza nostra!