Il Cosenza Calcio e i preparatori atletici: tutti gli allievi del grande Giancarlo Rao

In queste ore che precedono il derby Cosenza-Catanzaro tutti stanno ricordando che è stata riaperta in extremis la Tribuna B coperta “Giancarlo Rao” ma non tutti – specie i tifosi più giovani – sanno chi era Giancarlo Rao. E noi siamo qui a ricordarlo. Sempre a futura memoria. 

Da quando nel calcio moderno è stata inserita a tutti gli effetti la figura e il ruolo indispensabile del preparatore atletico, a Cosenza l’indiscusso pioniere è stato Giancarlo Rao. Professore di Educazione Fisica laureato all’Isef, ha giocato a lungo nelle categorie dilettantistiche prima di dedicarsi alla professione. Alla fine degli anni Sessanta, in particolare, è stato tra i protagonisti nel ruolo di centrocampista offensivo della stagione d’oro della Pro Casali, la mitica squadra di quartiere del centro storico, che era diventata l’antagonista “popolare” della Cariocas, che raccoglieva invece i rampolli della borghesia cosentina.

Rao in realtà faceva parte dello staff tecnico del Cosenza Calcio anche prima che si ufficializzasse l’ingresso ufficiale del preparatore atletico negli organigrammi. A Cosenza è stato l’alter ego di Gianni Di Marzio nel campionato della gloria e toccava a lui determinare la preparazione della squadra insieme al tecnico. Anche se la sua figura non appariva, Giancarlo Rao non era solo il preparatore atletico ma anche il “secondo” di Di Marzio, che sulla carta era invece Tonino Ferroni, notoriamente preparatore dei portieri, chiamato ad andare in panchina al suo posto quando era squalificato.

Conquistata la Serie B, Giancarlo Rao era rimasto nello staff tecnico nonostante il primo addio di Di Marzio e aveva affiancato anche Bruno Giorgi e Gigi Simoni, prima del ritorno del vulcanico tecnico napoletano. L’immagine più viva che ricordo del “prof” Rao è quella della sua gioia quando arrivò il terribile “paracadute da corsa” nel ritiro precampionato, un ottimo strumento per aumentare sia la velocità che la forza in diversi tipi di sport ma un autentico spauracchio per i calciatori, che per effettuare i famigerati test sulla forza esplosiva dovevano trascinarselo appresso correndo… All’alba degli anni Novanta avere il “paracadute da corsa” a Cosenza era una specie di novità assoluta a livello nazionale e Rao e Di Marzio giustamente ne andavano orgogliosi. Così come confabulavano per ore e ore analizzando i test di Cooper e altre diavolerie del genere, che per noi cronisti alle prime armi erano arabo e che per loro erano una sorta di “Bibbia”.Rao e Di Marzio erano una coppia affiatatissima e sono stati inseparabili per molto tempo insieme ad altri amici come Gianfranco Crescibene e Benito Scola, con i quali hanno segnato un’epoca bella per il calcio cosentino. Di Marzio fu esonerato dopo 8 giornate nel campionato 1990-91 e ci rimase malissimo ma Rao comunque continuò il suo lavoro con la società, che ne aveva apprezzato l’estrema professionalità e passò da Edy Reja a Fausto Silipo e da Alberto Zaccheroni a Bortolo Mutti. Nel frattempo era anche tornato Gianni Di Marzio nel ruolo di direttore generale e in quegli anni lo staff tutto cosentino (Enrico Costabile, Antonio Covino, Eugenio Caligiuri e così via) aveva raggiunto vertici molto alti.

Giancarlo Rao aveva poi lasciato il Cosenza in concomitanza con l’ennesimo abbandono di Di Marzio e aveva stretto un binomio professionale con Antonello Cuccureddu, accompagnandolo nel vittorioso campionato di Acireale e poi nell’avventura alla Ternana. Fu proprio mentre svolgeva il ritiro precampionato con la Ternana che il professore Rao venne a mancare troppo presto, stroncato da un infarto a poco più di 40 anni, nel 1997. Un grande dolore per tutta Cosenza sportiva.

A raccogliere la sua eredità sarebbe toccato a Pino Pincente, che già collaborava con il settore giovanile ed era molto amico di Giancarlo Rao, che lo aveva iniziato alla professione dispensandogli i consigli e i trucchi del mestiere. Anche Pincente aveva giocato in una squadra di quartiere, il Commenda, prima di indossare la casacca rossoblù del settore giovanile nel difficile periodo degli anni Settanta. Quando ritorna Bortolo Mutti, nel 1999, il suo impegno con il Cosenza Calcio diventa fondamentale per le fortune della squadra, che dopo un campionato d’assestamento, nella stagione 2000-01 domina la classifica per tutto il girone d’andata e vede sfumare la Serie A a poche giornate dal termine sul campo del Chievoverona. Pincente è ancora al suo posto, nell’estate del 2003, quando al Virginia arriva la notizia della radiazione del Cosenza Calcio e da allora si aprirà il vuoto assoluto nella storia rossoblù fino all’arrivo di Damiano Paletta, Pino Chianello e Massimo Mirabelli.In quella perfetta organizzazione, la parte atletica era riservata a due fratelli che hanno continuato al meglio la tradizione cosentina di Giancarlo Rao e Pino Pincente ovvero Michele e Roberto Bruni. Anche loro ex calciatori, i Bruni hanno dato linfa vitale al progetto tecnico di Mimmo Toscano supportandolo, a turno, in ogni sua esigenza e con risultati di tutto rispetto che parlano da soli: due campionati vinti in due anni e Cosenza dalla Serie D alla Serie C1.

Poi, prima dell’ennesimo fallimento, ancora qualche mese per Pino Pincente nel ruolo di preparatore atletico insieme a Gigi De Rosa e quella maledetta retrocessione causata da ben sette punti di penalizzazione che gridano ancora vendetta. Un capitolo chiuso, per fortuna.

Con l’affacciarsi dell’era Guarascio, Roberto Bruni è stato chiamato al fianco di mister Cappellacci non appena il Cosenza è tornato nel calcio che conta ed ha seguito anche Roselli e De Angelis fino alla fine della stagione 2016-17. Poi è arrivato mister Fontana con il suo preparatore ma è durata molto poco e così è stato promosso sul campo un giovane, che si stava già distinguendo nel settore giovanile: Luigi Pincente, figlio di Pino.Il buon Luigi è cresciuto per anni nella scuola calcio Marca “benedetto” da Gigi Marulla e a stretto contatto col figlio Kevin. Luigi e Marulla jr sono approdati insieme al Cosenza Calcio nel 2013 e da allora Pincente jr ha lavorato con grandissimo impegno col settore giovanile. Una volta catapultato in prima squadra insieme a mister Piero Braglia, ha azzeccato tutte le strategie per portare il Cosenza in condizioni brillanti all’appuntamento con i playoff. Di concerto con Braglia, hanno distribuito i carichi di lavoro nel periodo a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 e i risultati si sono visti alla lunga, con il Cosenza in splendida forma per tutto l’arco delle nove partite dei playoff. Un grandissimo risultato per Luigi Pincente, del quale va certamente orgoglioso papà Pino e del quale sarebbe altrettanto orgoglioso Giancarlo Rao, il pioniere dei preparatori atletici cosentini, al quale è stata intitolata la Tribuna B dello stadio “Gigi Marulla”.