È sempre più marcata la distanza tra il Pd e il M5s in quello che Giuseppe Conte aveva ribattezzato «campo giusto» dopo la vittoria alle Regionali in Sardegna. Soprattutto sull’aiuto all’Ucraina, che vede ancora dem e grillini su strade parallele, dopo che al congresso del Pse di Roma è stata ribadita la linea pro Kiev da parte dei Socialisti europei, Elly Schlein compresa. Il leader del M5s non c’era, neanche era stato invitato. Ma assicura in un’intervista alla Stampa: «Anche noi avremo una collocazione in Europa». Fatta salva però la posizione contraria agli aiuti militari a Kiev: «La linea Ue che punta alla vittoria militare dell’Ucraina è insostenibile», ribadisce Conte. «Anche noi, tempo fa, avevamo avviato un dialogo con i socialisti europei, è stato Enrico Letta a non agevolare questa prospettiva, perché lui aveva in mente l’agenda Draghi. Ora – spiega Conte – forti di sondaggi positivi in vista del voto di giugno, devo dire che ci cercano in tanti, ci sono varie interlocuzioni in corso e stiamo valutando quale sia la collocazione migliore per portare avanti i nostri obiettivi politici». Il nodo del sostegno a Kiev però è ancora tutto da sciogliere. E Conte conferma che di lavoro per il «campo giusto» ce n’è ancora tanto: «Sarà uno dei temi di cui dovremo discutere, quando avvieremo i tavoli di confronto per definire in concreto una proposta alternativa alla destra. È chiaro che per noi dire che bisogna perseguire la vittoria militare dell’Ucraina, come c’è scritto nella risoluzione Ue, e pensare di destinare 5 miliardi all’anno in armamenti a Kiev è una linea insostenibile».