Cosenza-Salernitana, 90 anni di sfide: le ultime vittorie rossoblù firmate Urban, Marino e Zampagna

Il giorno di Cosenza-Salernitana non è mai come quello di una sfida qualsiasi. Se è lecito fare un paragone, non c’è dubbio che – a livello di rivalità – è quello che somiglia di più alla sfida col Catanzaro. Le motivazioni vanno cercate nella storia, che è la bussola di ogni tifoso che si rispetti. E la storia ci dice che questa sfida si ripropone, più o meno regolarmente, da novant’anni, dal lontano 1930 e ha regalato al Vecchio Lupo soddisfazioni magnifiche, culminate naturalmente in quel memorabile 26 giugno 1991 a Pescara, stadio Adriatico, quando Gigi Marulla al 6′ del primo tempo supplementare segnò il gol che salvava il Cosenza e condannava i salernitani alla retrocessione nell’inferno della Serie C. In realtà, già allora (e anche in questo caso sono ormai passati altri trent’anni) la rivalità era al diapason e aveva vissuto giornate altrettanto memorabili tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 quando il Cosenza aveva riconquistato la Serie B perduta dai tempi del fuoriclasse Attilio Demaria. Nella stagione della seconda, storica promozione nella serie cadetta, al vecchio “Emilio Morrone” di via Roma i Lupi rifilarono un sonoro 2-0 ai granata spinti da oltre diecimila tifosi assatanati ed esaltati dalle prodezze di due “monumenti” della storia rossoblù: il centravanti Agide Lenzi e la mezzala Elio Ardit.

Agide Lenzi

Finita la nuova avventura in Serie B, erano passati appena due anni e Cosenza e Salernitana (stagione 1965-66) si ritrovarono a duellare per la cadetteria fino all’ultimo respiro. E così, nel nuovo stadio San Vito, che a Cosenza chiamavano “dei ventimila”, i Lupi festeggiarono un altro epico 2-0 firmato da altri due “eroi” delle pedata cosentina: Franco Marmiroli e Renato Campanini. Roba che fa venire ancora i lucciconi a quelli che c’erano (e sono sempre di meno, visto che sono passati “solo” 55 anni…). Quella volta, però, a vincere il campionato fu la Salernitana e il Cosenza entrava nel tunnel dei terribili anni Settanta, dal quale sarebbero uscite tante amarezze e pochissime gioie.

Renato Campanini

Ma il riscatto degli anni Ottanta partì ancora una volta, come da tradizione, dalle sfide con la Salernitana. In tanti eravamo giovanissimi in Curva Sud, nel 1982, quando il Cosenza di Alessandro Renzetti, Andrea Conte e Silvio Longobucco riuscì a battere la corazzata granata al San Vito ancora col classico 2-0 firmato proprio Renzetti e Conte. Erano i primi segnali di riscossa che avrebbero riportato il Vecchio Lupo in Serie B, trascinato dalle magie di un altro fuoriclasse di nome Alberto Urban. Il folletto francese era già stato irriducibile avversario dei salernitani quando indossava la maglia della Cavese e quando passò al Cosenza firmò altre due imprese storiche dei Lupi. Una nel campionato 1986-87 (1-0) ma soprattutto nella stagione storica del ritorno in B (1987-88) quando all’ultimo minuto, sotto una pioggia battente, segnò il gol della vittoria mandando in visibilio una città e un’intera provincia. I rossoblù erano di nuovo nel calcio che conta dopo 24 anni…

Alberto Urban

Da allora – esclusa la già citata vittoria nello spareggio di Pescara – il Cosenza ha battuto la Salernitana al San Vito soltanto altre tre volte. Una la escludiamo a priori perché (era il 1997) fu una vittoria di Pirro, visto che alla fine del torneo retrocedemmo in Serie C, ma le altre due sono ancora bene impresse nella nostra memoria. Nel campionato 1990-91, proprio quello che poi sfociò nello spareggio di Pescara, al San Vito il Cosenza vinse di misura (1-0) con un gol fantastico di uno dei pochi fedelissimi cosentini purosangue che ha mai indossato la casacca rossoblù: si chiama Ciccio Marino. Al 37′ del primo tempo Ciccio nostro si tuffa magistralmente nell’area di rigore salernitana e devia in rete, sotto la Sud, un cross dalla sinistra facendo esplodere lo stadio e facendogli esclamare a fine gara: “… Non ci crederete, ma mi sono sentito come Van Basten!”. E come dargli torto?L’ultima vittoria in Serie B invece risale all’anno di grazia 2000 e ci riporta alla mente lo straordinario Cosenza di Bortolo Mutti, che nel girone di andata per nove settimane (e mezzo…) guidò il campionato regalando emozioni irripetibili. A fine novembre, sotto una pioggia infinita, all’ultimo minuto, Riccardo Zampagna, entrato da una manciata di minuti, risolve una incredibile carambola nell’area di rigore granata e dà il via ad una festa che chi c’era non ha più dimenticato, culminata con i fuochi d’artificio in un cielo già scuro alle quattro del pomeriggio ma che si era magicamente illuminato di rosso e di blù. E sono passati quasi vent’anni…