Quasi un anno fa, il 24 febbraio 2017, Gian Antonio Stella sull’inserto “Sette” del Corriere della Sera tornava a scrivere della pessima gestione della sanità in Calabria e in modo particolare del medico Ottorino Zuccarelli, che per i lettori di Iacchite’ è ormai una vecchia conoscenza. E così dopo Sergio Rizzo, che sempre sul “Corsera” aveva decantato le gesta di Raffaele Mauro, il direttore generale depresso cronico con sentenza pilotata della giudice col marito da assumere all’ASP di Cosenza (una specie di film della Wertmuller), ora toccava anche a Zuccarelli.
Il buon Gian Antonio partiva da un interrogativo retorico sui furbetti del cartellino per arrivare al Nostro prode Ottorino.
“La resurrezione del decreto “Madia bis” sui furbetti del cartellino, rivisto e corretto dopo i ritocchi chiesti dalla Corte Costituzionale – si chiedeva Stella -, vale anche per la Cittadella di Catanzaro, l’imponente ed ambiziosa sede regionale che vanta 19 mila metri quadrati ed è costata la bellezza di 150 milioni di euro?
Valgono anche lì le regole sulla sospensione entro 48 ore e il licenziamento entro un mese per chi viene beccato a strisciare il badge per poi andare a casa o in spiaggia e quella sulla responsabilità del dirigente che, se si volta dall’altra parte per “coprire” il dipendente infedele in un rapporto di reciproca omertà, rischia di essere a sua volta licenziato?

Domanda doverosa. Perché lì alla Cittadella, in questi mesi, è accaduta una cosa davvero curiosa. A metà dicembre del 2016 è stato inaugurato infatti dal governatore Mario Oliverio un ambulatorio nuovissimo e attrezzatissimo per i “regionali”. Finalmente c’era tutto: due stanze, due bagni, una sala d’attesa, un carrello con defibrillatore per le eventuali emergenze, bombole d’ossigeno, maschere, aspiratore, sfigmomanometro, fonendoscopio, strumenti per l’elettrocardiogramma.
Restava solo da trovare un medico. Da mesi, infatti, il “dottore” competente per la sorveglianza sanitaria era provvisorio e andava avanti di proroga in proroga, di contratto in contratto, fin dalla rinuncia della prima dottoressa, Silvana De Filippis, una dirigente interna, inizialmente nominata.
Che fare? Per evitare quello che in gergo burocratico è chiamato “un periodo di scoperta nella gestione del servizio di sorveglianza sanitaria e in assenza di una figura interna che possa assumere la relativa qualifica”, decretò l’ufficio competente, “si palesa necessario ricorrere a un libero professionista esterno”.
E chi ti aveva scelto la Regione, già nota per vicende irresistibili di malagestione entrate nella leggenda? In base all’offerta “economicamente più vantaggiosa a fronte dei medesimi servizi offerti”, l’ente pubblico aveva affidato l’incarico a Ottorino Zuccarelli.
Un politico di lungo corso, dipendente dell’ASP di Cosenza, già sindaco per diversi mandati di San Fili e già consigliere provinciale del centrosinistra, sotto processo a Cosenza per truffa e falso in atto pubblico…”.
LA STORIA DI ZUCCARELLI
A questo punto, dovendo ricostruire il profilo del personaggio, vi tracciamo una sintesi dei suoi continui “successi”, senz’altro più aggiornata (con tutto il rispetto) di quella di Stella.
Ottorino Zuccarelli, già sindaco di San Fili e consigliere provinciale per diletto, è stato eminenza grigia dell’ASP di Rende, padrone assoluto della commissione invalidità con cui si è costruito un potere enorme dispensando sapientemente invalidità ma sopratutto 104 a tante maestrine, che ambivano ad insegnare a Cosenza alla faccia delle tante, non unte dallo Zuccarelli, costrette ad andare a Pordenone o giù di lì.

Tornando al processo appena concluso a Cosenza, Zuccarelli e i suoi compari (e che ve lo diciamo a fare?) entravano più tardi e uscivano prima. Alcuni, poi, timbravano anche per i colleghi. L’inchiesta – scaturita da una serie di indagini su falsi invalidi nel 2010 – coinvolgeva medici, funzionari e impiegati amministrativi del distretto di Rende dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, del reato di truffa e falso. Nell’inchiesta – che fece molto clamore – finirono tra gli altri l’ex coordinatore provinciale del Pdl Sergio Bartoletti; l’ex presidente del consiglio comunale di Cosenza e ora referente sanitario dell’Asp di Cosenza Pietro Filippo (condannato in via definitiva per truffa e assenteismo in un altro processo e addirittura risarcito con 100 mila euro) e appunto Ottorino Zuccarelli. Tutti coinvolti in qualità di medici.
Scorrendo gli atti del processo che oggi sono pubblici si può capire la portata del personaggio ZUCCARELLI, alias il re delle 104. In pratica convocava le persone che avevano bisogno della 104 soprattutto per la scuola e poi gli creava dal nulla l’invalidità, in cambio chiedeva il voto per lui e per Palla Palla, all’epoca impegnato nella difficile competizione elettorale contro compa’ Pinuzzu Gentile (correva l’anno 2009).
La condanna di ieri – diciamocelo francamente – è abbastanza blanda e non si può non rimarcare che per arrivare alla sentenza di primo grado ci sono voluti addirittura otto anni. Roba veramente da non credere, legata certamente ai soliti trucchetti per arrivare alla agognata prescrizione, che tra Appello e Cassazione certamente arriverà. Senza dimenticare che tutti questi buffoni e truffatori sono stati già assolti per il reato di assenteismo, guarda caso…
E non solo: mentre Zuccarelli è stato appena condannato per reati gravi, continua incredibilmente a fare il consulente per procuratori e giudici, quindi non solo non ha perso la sede di servizio, alla faccia dei poveri cristi che vengono licenziati per molto meno, ma continua a pasteggiare con ampi strati della “rigida” (risate e applausi) magistratura cosentina.

E poi, con la nomina del fraterno Mauro a direttore generale dell’ASP il prode ZUCCARELLI è risorto a nuova vita, infatti non solo non è stato trasferito ma in una prima fase ha continuato a dipendere dall’ASP di Rende e per un periodo si è stabilmente insediato nel suo ufficio in via Alimena a Cosenza dove si occupava di leggere e smistare tutta la posta del mega direttore, rispondendo finanche al telefono.
Insieme al fraterno Zuccarelli, il DG Mauro si era portato anche Pietro Filippo così da formare, con Remigio Magnelli il trio degli indagati e condannati; ed ovviamente essendo la signora Cumino dell’anticorruzione l’unica non indagata poiché persona perbene, il Mauro ha deciso di farla fuori, perché poteva rovinargli la nomea.
L’INCARICO AL DISTRETTO SANITARIO DI ROSSANO
Ma ad aprile del 2016, la svolta. Nemmeno Checco Zalone sarebbe riuscito a fare meglio. Nel senso che neanche lui, oggi indiscusso numero uno in chiave di comicità rispetto alla corruzione che dilaga in Italia, sarebbe stato capace di ironizzare così sugli assenteisti arrestati in quel periodo a Rossano.
Bene, anzi malissimo. Proprio nello stesso giorno nel quale tutta l’Italia ha parlato dell’arresto di mezza ASP di Rossano, il buon direttore generale Raffaele Mauro, messo in quel posto da Madame Fifì, non ha trovato di meglio da fare se non nominare come direttore del distretto sanitario di Rossano proprio lui, Zuccarelli!
Certo, Zuccarelli era la persona “ideale” da inviare in un posto dove la stragrande maggioranza è allergica al lavoro, almeno da quello che dicono le indagini. E così Mauro manda a Rossano, dilaniata dallo scandalo, proprio il re dei furbetti del cartellino.
E’ come se avessero mandato Dracula a fare trasfusioni, con decenza e rispetto parlando.
Non ancora contento, per tornare a bomba al servizio di Stella, ecco che Zuccarelli approda trionfalmente alla Cittadella di Catanzaro, alla Regione, alla corte di Palla Palla, con in mano l’ambulatorio.
Stella, giustamente scandalizzato per quello che gli è stato riferito, commenta: “… Vi pare mai possibile che una Regione delegata a gestire la sanità non avverta un briciolo di imbarazzo nell’affidare per mesi e mesi il proprio ambulatorio a un medico processato per assenteismo?”.
Stella ovviamente non lo sa ma neanche una settimana fa, con richiesta di condanna già formulata e la condanna alle porte, l’Asp ha nominato ancora Ottorino Zuccarelli direttore del Distretto Sanitario “Valle Crati”! E la cosa veramente scandalosa è il fatto che l’ASP di Cosenza si sia costituita parte civile nei processi che vedevano ZUCCARELLI, FILIPPO e MAGNELLI indagati. Quindi oggi gestiscono l’ASP quelli con cui la stessa ha un grosso contenzioso, un chiaro conflitto di interessi che fa capire il baratro entro cui sprofonda la sanità cosentina.
Più o meno come la considerazione, tutt’altro che secondaria, che tra gli indagati per aver truffato l’Asp in un altro troncone dell’inchiesta c’è anche Ippolito Spagnuolo, il fratello dell’attuale procuratore capo di Cosenza. Voi potreste obiettare che sono tutti “fratelli” ma la battuta è amara.
Altro che gestione dell’ambulatorio all’assenteista, qui i problemi sono molto ma molto più gravi.