Cosenza, sanità corrotta: il vergognoso silenzio del Presidente del porto delle nebbie

Maria Luisa Mingrone, presidente del Tribunale di Cosenza

Il direttore generale dell’ASP di Cosenza Raffaele Mauro è indagato per abuso e falso.
Lo.abbiamo scritto e vedrete che a breve lo scriverà anche qualche giornale di regime.
La procura della Repubblica gli contesta sia il non avere appellato la sentenza del 27 novembre 2015 con la quale il giudice Silvana Ferrentino gli riconosce la depressione per causa di servizio, sia la dichiarazione mendace con la quale, per diventare direttore generale dell’Asp, omise di dire che aveva un contenzioso in corso con l’azienda.

Abbiamo anche scritto che la stessa procura sta valutando se inviare a Salerno le carte sulla Ferrentino, il cui marito, Vincenzo Martire, è stato successivamente oggetto di provvedimenti benefici da parte di Mauro.
Sul punto registriamo il silenzio imbarazzante del Presidente del Tribunale di Cosenza, padron porto delle nebbie, Maria Rosaria Mingrone.
I giudici del lavoro si sono resi protagonisti di una serie di sentenze e ordinanze che meriterebbero una indagine interna della Mingrone.
Indagine che non ci sarà.

Oltre alla sentenza Mauro altri due provvedimenti risultano sospetti.
L’ordinanza con la quale viene respinto il ricorso di urgenza dell’avvocato Niccoli, lo stesso che voleva fare appello alla sentenza Ferrentino: Mauro il codardo lo trasferisce dall’ufficio legale (scarno di avvocati al punto da giustificare gli incarichi agli amici degli amici), Niccoli attiva l’ex articolo 700 (ricorso d’urgenza) ma gli viene respinto. Una porcheria.

Poi, ciò che avrebbe detto il giudice Vaccarella e cioè il suggerimento di risarcire 100 mila euro al noto truffatore Pietro Filippo.
Un giudice del lavoro suggerisce la somma equa con cui risarcire un medico che ha vissuto privazioni per che cosa? Per le condanne avute sul luogo di lavoro?
Dovrebbe intervenire il Ministero della giustizia e chiedere ispezione, cara signora Mingrone, anche su di lei.
Questo è il modo di amministrare la giustizia nel nome del popolo italiano?