Cosenza, sanità corrotta: la funzionaria “infedele” e il cognato dell’ex procuratore

Nei corridoi dell’Asp di Cosenza, a via Alimena, lo sapevano tutti quello che stava succedendo in quell’oasi felice della Commissione Patenti. Una storia vecchia ormai di otto-nove anni, che aveva toccato punte altissime di “gossip” ma che era severamente vietato divulgare o portare fuori. Epperò, improvvisamente, in un venerdì sera qualsiasi, è venuta fuori. Certo, edulcorata al massimo, senza i nomi dei protagonisti e con tutti i “guanti bianchi” (mai come adesso la metafora calza a pennello) riservati ai “pezzi grossi”.

Parliamo della vicenda della funzionaria dell’Asp sospesa (solo per un anno!) perché aveva sottratto alle casse della Commissione Patenti addirittura 300 mila euro tra il 2012 e il 2013. Lei si chiama Franca Chimenti, ha superato da poco la soglia dei 60 anni e per molto tempo è stata l’alter ego (per usare un eufemismo) di un “pezzo da novanta” della medicina cosentina ovvero Arcangelo Fonti, famoso medico legale, il “medico delle autopsie” come lo definiscono in molti, presidente della Commissione di cui sopra.

La Commissione Patenti sottopone a visita medica determinate categorie di utenti, alcuni dei quali segnalati alle autorità competenti durante i normali controlli stradali effettuati dalle Forze di Polizia; ad esempio, sono sottoposti a visita gli automobilisti che, alla guida di un autoveicolo, risultano essere positivi all’alcol-test, oppure dediti all’uso di sostanze stupefacenti o ancora ammalati psichici.

Nominata con Decreto del presidente della Giunta Regionale, la composizione della Commissione, prevista da specifici dettati normativi, è estremamente articolata ed oltre alla figura del presidente, che coincide con il Dirigente Medico responsabile della Medicina Legale dell’ASP di competenza), prevede anche la presenza di ulteriori figure tecnico-professionali appartenenti ad altre Amministrazioni, quali la Motorizzazione Civile, la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, eccetera.

E’ del tutto evidente che in questo sistema particolarmente complesso girano un sacco di “soldini”, lo sanno tutti, non è un mistero. Oggi vogliono far passare la signora Chimenti come una ladra seriale e diciamo che la funzionaria ha fatto di tutto per “arrivare” a questo indegno finale, sistemando quei soldi nei suoi conti correnti e facendo degli acquisti (immobili, persino una Smart…) che anche il più coglione dei poliziotti o dei finanzieri sarebbe stato in grado di “sgamare”.

Insomma, questa vicenda della Chimenti “doveva” venire fuori, così come ne sono venute fuori altre in questi ultimi tempi… Per esempio, quella dei falsi diplomi, che coinvolge in tutto e per tutto il cognato dell’ex procuratore Alfredo Serafini. E anche in questo caso siamo in presenza di un cognato “illustre” perché tutti sanno che Arcangelo Fonti è il cognato di un altro ex procuratore ovvero Dario Granieri. Finché è stato in sella lui, tutto è rimasto coperto ma da quando Granieri ha finito di “coprire”, il tam tam delle voci si è fatto così alto da indurre finanche il Gattopardo a fare qualcosa, sempre con i “guanti bianchi”, ci mancherebbe altro, perché sospendere una che si fotte 300 mila euro dai cassetti dell’Asp è inconcepibile. Dovunque l’avrebbero prima licenziata e poi messa in galera, qui a Cosenza no… Addirittura non si pronuncia neanche il suo nome!

Dunque, riepiloghiamo: Franca Chimenti è stata per anni la segretaria tuttofare del potentissimo “medico delle autopsie” Arcangelo Fonti, cognato dell’ex potentissimo procuratore della Repubblica Dario Granieri. Che lei firmasse per lui “tutto” quello che c’era da firmare lo sapevano tutti e lo sapeva perfettamente anche lui… Lei firmava e decideva con le scuole guida e lui sapeva tutto, non poteva non esserne al corrente. Stiamo parlando di 300 mila euro non di trecento o tremila euro… In un arco di tempo di dieciannidieci, ma vi rendete conto?

E come mai questa vicenda viene denunciata, proprio da Fonti, soltanto all’inizio del 2017 e per giunta a pochi mesi dal conseguimento della pensione del leggendario Fonti? Beh, è chiaro che – andato via Granieri a metà del 2016 – Fonti non potesse più coprire la sua “segretaria tuttofare” e a questo punto ha dato il via alla seconda parte del piano ovvero a quella che prevedeva la punizione per chi ci ha messo la firma per salvarsi il culo e la reputazione. E oggi siamo qui a commentare questa ennesima farsa del nostro porto delle nebbie, sperando con tutto il cuore che far uscire fuori queste vergogne col “silenziatore” sia propedeutico all’arrivo di qualche ispettore ministeriale che ponga fine a questo schifo che dura ormai dalla notte dei tempi.