Cosenza, sanità “depressa”: Mauro, il marito del giudice e il Centro migranti di Morrone

Silvana Ferrentino e suo marito Vincenzo Martire

In molti ci chiedono di circostanziare con prove documentali le motivazioni per le quali la magistratura cosentina è corrotta. Come se non bastassero le decine di parentele e di “relazioni pericolose” tra corrotti, magistrati e avvocati, che rappresentano una sorta di muro di gomma per chiunque cerchi giustizia. E come se non bastasse quello che vediamo con i nostri occhi: il nipote di Spagnuolo dirigente comunale, la compagna di un magistrato “sistemata” all’Università della Calabria e potremmo continuare ancora.

Oggi ritorniamo sul clamoroso caso del direttore generale dell’ASP di Cosenza Raffaele Mauro, dichiarato con tanto di sentenza da causa di servizio “depresso cronico” dal Tribunale di Cosenza e nominato due mesi dopo addirittura dg.

Raffaele Mauro iniziava la sua attività lavorativa nell’ex ASL di Trebisacce con 21 ore di Specialistica ambulatoriale di Medicina legale. Giusto per gradire, perché a distanza di pochi mesi le ore sono diventate 38.

Raffaele Mauro aspira a diventare dirigente e dopo la palestra alla Medicina legale, compie il grande passo conquistando una delibera ad hoc per l’ambito posto di direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ospedalità privata.

mauro Lo sanno tutti, ma proprio tutti, che si tratta di una delibera illegale. Il passaggio ad un livello più alto, in senso verticale, nella pubblica amministrazione richiede in modo essenziale il superamento di un concorso pubblico. Ma nella nostra pubblica amministrazione lo sanno tutti che rispettare la legge è un optional.

Di conseguenza, Mauro non poteva esercitare il ruolo di direttore ad Ospedalità privata e men che meno potrebbe svolgere il ruolo di direttore generale.

Ma servirebbe una procura seria per mettere fine a questi abusi.

Ed infatti ci sono precisi motivi per i quali la procura non si muove. Voi pensate che il caso del nipote del procuratore Spagnuolo nominato dirigente alla Cultura da Occhiuto sia un caso isolato?

Beh, il caso della depressione cronica di Mauro, che vince addirittura una causa di servizio al Tribunale di Cosenza, è diventato di interesse nazionale e con esso i legami tra il dg dell’ASP e il giudice che gli ha fatto vincere la causa ovvero Silvana Ferrentino. 

Quello che leggerete adesso dovrebbe essere oggetto di indagine da parte di una procura seria. Dovrebbe essere considerato come notitia criminis o notizia di reato, ma, considerato che c’è di mezzo un giudice, la matassa è decisamente complessa.

Il dottore Vincenzo Martire, aiuto presso l’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, è (come abbiamo scritto e documentato più volte) il marito del giudice Silvana Ferrentino.

Negli ultimi tempi ha chiesto ed ottenuto un periodo di aspettativa (non se ne conoscono i motivi né se è retribuita) dall’ASP e quindi da Mauro.

Ennio e Luca Morrone
Ennio e Luca Morrone

Di sicuro, tuttavia, il dottore Martire è stato utilizzato dall’ASP e quindi dal direttore generale Raffaele Mauro come consulente nefrologo nelle dialisi di Lungro e San Marco Argentano, a quanto si dice con retribuzioni molto alte.

Sempre il dottore Martire, spesso è visto al Centro d’accoglienza “L’incontro” di San Marco Argentano, che conta attualmente 24 ospiti tra i quali un gruppo di nigeriani affetti da scabbia. Si tratta del Centro d’accoglienza gestito dai prestanome del consigliere regionale Ennio Morrone, che a sua volta ha una figlia giudice, la signora Manuela, collega di sua moglie. 

Avete capito perché il Tribunale di Cosenza è il porto delle nebbie?