Cosenza, sanità mafiosa. Storia di una faida: cosa c’era dietro la prova di forza de iGreco contro Citrigno?

Saverio e Giancarlo iGreco

Due dei principali gruppi di boss della sanità privata cosentina e calabrese si stanno fronteggiando ormai da tempo a colpi di scimitarra nei meandri del sistema corrotto massomafioso. Sono il gruppo iGreco e il gruppo Citrigno, i cui interessi sono quelli di allargare ancora di più i rispettivi imperi di potere e di denaro. Stiamo ricostruendo la storia di questa “faida”, che ormai è approdata non solo nei ranghi di Confindustria ma persino nelle aule dei Tribunali se è vero – com’è vero – che i due gruppi adesso si contendono a suon di carta bollata il grande business della cardiochirurgia. Il gruppo Citrigno ha rilavato Villa Sant’Anna a Catanzaro ma il gruppo iGreco, spalleggiato dal professore Maselli, preme per annullare l’accreditamento dei rivali e prendersi tutto nella clinica La Madonnina di Cosenza con il marchio del cardiochirurgo che sventola come un pennacchio l’intervento che ha salvato la vita al presidente della Regione (sic!). Il Tar si pronuncerà il 26 marzo. manca poco ormai.

Con la ricostruzione degli eventi siamo arrivati a tre anni fa quando Giancarlo Greco aveva diffuso il testo delirante di una lettera inviata a Confindustria nella quale non esitava a strumentalizzare l’inchiesta della procura di Paola ai danni di Alfredo Citrigno, figlio di Piero, presidente della Sezione Sanità di Unindustria, nella quale Greco è il vicepresidente… Obiettivo: ottenere le sue dimissioni e prenderne il posto perché mentre Citrigno è indagato, lui e i suoi familiari sono “gigli di campo”.

Una vera e propria prova di forza che lasciava sinceramente sconcertati e non certo perché dobbiamo decidere se sia meglio l’uno o l’altro. Sapete bene che per noi rappresentano due facce della stessa medaglia ovvero quella dello strapotere dei boss della sanità privata. Tuttavia, era più che mai opportuno cercare di capire cosa ci fosse dietro quella disarmante dimostrazione di arroganza.

Giancarlo Greco scriveva che “… Alfredo Citrigno è coinvolto in una insidiosa indagine da parte della magistratura inquirente con un’accusa impegnativa sullo sfondo, corruzione aggravata…”. E non si può non vedere che gli aggettivi “insidiosa” e “impegnativa” associati all’indagine e all’accusa sono precise frecciate all’indirizzo del giovane Citrigno. Ed è assolutamente beffardo da parte di Greco scrivere che “… avevo chiesto nel corso dell’ultimo direttivo che l’amico e collega Alfredo Citrigno facesse un passo di lato rispetto all’importante carica che ricopre…”. Verrebbe da commentare: e meno male che è amico e collega!

Ma Giancarlo Greco, dall’alto di non si capisce quale rigore morale, andava decisamente oltre e scriveva che “…la delicatezza dell’indagine della magistratura che coinvolge l’amico e collega Alfredo Citrigno, la delicatezza del momento, la massima attenzione mediatica che il Paese riserva spesso con malizia alla Calabria e alla sanità di Calabria, a mio parere, valevano e valgono la richiesta di un passo di lato al presidente regionale di Unindustria Sanità…”. Insomma, insisteva e ancora non sazio esplodeva nella domanda delle cento pistole che sarebbe da barzelletta se non fosse drammaticamente reale: “Come può apparire sufficientemente credibile al tavolo con la Regione il rappresentante del settore sanità che è sub judice con accuse infamanti sullo sfondo?”.

Per una migliore comprensione dei fatti, il rappresentante di un gruppo che è finito a sua volta sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta e riciclaggio nell’acquisizione-scandalo del Gruppo Novelli e il cui principale esponente, Saverio Greco, è stato anche arrestato e ora è a processo, si concedeva il diritto di giudicare l’amico e collega indagato per corruzione. E si spingeva addirittura a dire che non si sentiva appresentato dall’intera associazione, che evidentemente ha difeso il suo “amico” e rassegnava le sue tragicomiche dimissioni.

Ora, delle due l’una: o Giancarlo Greco era al corrente di qualche bufera giudiziaria in arrivo sul gruppo Citrigno oppure eravamo davanti al delirio di un soggetto pericoloso per se, per la sua famiglia e naturalmente anche per coloro che, per loro sventura, sono costretti ad averci a che fare. Il tempo, sempre galantuomo, come al solito ci ha detto la verità. Così come è accaduto per le inchieste che hanno coinvolto il gruppo iGreco, anche il gruppo Citrigno è riuscito a tamponare la magistratura, che sta sempre sullo sfondo nella sua infinita… corruzione. E così a tre anni di distanza continuiamo ad assistere sgomenti alla faida di questi gruppi di delinquenti che continuano a macinare soldi speculando sfacciatamente sulla pelle dei calabresi. Che schifo!