Cosenza, scandalo all’ASP: il lecchino di Pacenza diventa dirigente con il placet di Scura?

Pacenza e Oliverio

Sono ormai mesi che nei corridoi dell’ASP di Cosenza circola voce della delibera di incarico di 15 septies da approntare per un personaggio incapace ed incomprensibile, prode lecchino e raccomandato dal politico di grido di questo momento: Franco Pacenza.

Ne abbiamo dato notizia nella mattinata di ieri e all’interno dell’ASP, dopo la lettura sugli smartphone e sui computer d’ordinanza, si respirava un’atmosfera di grande tensione.

Il prode lecchino si chiama Nicola Mastrota, è entrato in ASP con assegno di ricerca e poi per opera degli imbrogli di Franco Lucio Petramala è diventato dipendente a tempo indeterminato. Alla faccia di tutti quelli che vanno a sedersi in un’ aula per fare un concorso con tanto di partecipanti e tanto di prova scritta e orale, lui ha fatto tutto subito in un colpo e a porte chiuse nelle segrete stanze dell’ASP.

Sin da subito Mastrota riesce a piazzarsi bene con tutti i direttori generali per la grande capacità di leggere i “numeri”. Sì, perchè lui riesce ad accaparrarsi la benevolenza dei dg, proponendo cambi di voci e capitoli di spesa per far quadrare i bilanci.

Franco Petramala
Franco Petramala

Riesce a collocarsi, dunque, con Petramala, con De Rose, con Scarpelli, con Filippelli ma è ora, con Mauro Faccia di plastica e con il suo sodale Fra’ Remigio da Varagine (al secolo Magnelli) che riesce a raggiungere il massimo facendosi costruire ad arte un bando per un incarico da Dirigente non di ruolo nella Ragioneria.

La storia inizia già nel luglio 2015 quando i Dioscuri amministrativo (Diego) e sanitario (Laviola) affidano a Mastrota le funzioni di sostituto della dott.ssa De Ciancio, dirigente dell’ufficio Ragioneria quotidianamente mortificata e ridicolizzata dallo stesso Mastrota nei corridoi dell’Asp. Le cose vanno storte perchè l’integerrima Silvia Cumino, allora responsabile dell’anticorruzione segnala il caso all’ANAC ed il colpo va a monte.

Si prova allora con un avviso per dirigenti per il conferimento dell’incarico di Responsabile della struttura semplice “Bilancio e Programmazione”. L’idea era che, andato deserto questo avviso, si sarebbe assegnata l’Unità Operativa con un contratto 15 septies proprio a lui, il prode lecchino Mastrota.

Anche in questo caso le cose non vanno per il verso giusto perchè a quell’avviso partecipa un dirigente, tal Pignanelli da San Giovanni in Fiore, in possesso degli specifici requisiti per dirigere quell’Unità Operativa. Vista la partecipazione di Pignanelli, il piano non può più andare avanti e quindi l’avviso viene subito revocato con la motivazione che non c’è l’autorizzazione della Regione e che si deve prima fare l’atto aziendale.

Raffaele Mauro
Raffaele Mauro

Con l’arrivo di Mauro Faccia di plastica, favorito dal suo “appecoronarsi” a Franco Pacenza (pare che la mattina vada persino a fare la spesa alla moglie di Pacenza, la signora Raffaella D’Alba) ricomincia l’ascesa del prode lecchino Mastrota, che sin dai primi giorni si piazza nella stanza di Mauro e del direttore amministrativo incominciando lo spettacolo di magia del cambio numeri.

Studiano bene la via per arrivare al 15 septies, che purtroppo però deve essere autorizzato dal Commissario Scura e qui incominciano a lavorare con Pacenza per ottenere un’autorizzazione che magicamente arriva.

Il commissario Scura
Il commissario Scura

Scura in pratica smentisce se stesso. Emana una circolare nella quale fa espresso riferimento al divieto di conferire incarichi ai sensi del 15 septies del 502  ma poi autorizza, in data 22 aprile 2016,  la selezione farsa dell’ASP di Cosenza voluta da Franco Pacenza e di cui si conosce già il vincitore ovvero il lecchino Mastrota.
Massimo Scura deve vietare questa porcheria,  perché  non è consentita oggi dalla legge in Calabria. Al punto che lo stesso dipartimento  regionale, guidato da Riccardo  Fatarella, non ha dato l’assenso!
Cosa  è cambiato? Pacenza è intervenuto per  mettere il suo uomo?
Caro Scura, non si predica bene e poi si razzola male.

Non si dovrebbe fare prima l’atto aziendale? Non ci dovrebbe essere prima l’approvazione della nuova organizzazione? Ed i dirigenti interni che avevano già fatto domanda al precedente avviso e che avrebbero i requisiti per ricoprire quel ruolo? E le loro legittime aspirazioni?

L’ha studiata bene il furbetto Mastrota: la disposizione chiusa nel cassetto gli servirà per estorcere all’Azienda denaro per una causa di mansioni da dirigente.

Caro Mauro ed egregio direttore amministrativo, state attenti a ciò che fate, attenti a non diventare complici di un atto illegittimo ed illegale.
Siamo certi che questa volta non ci sarà la segnalazione all’ANAC del nuovo responsabile dell’anticorruzione ovvero il signor Laviola, già complice in passato di Mastrota e che indegnamente sostituisce Silvia Cumino, ma tutti sono stanchi di assistere a questo spettacolo amaro di vedere confezionate delibere con incarichi e commissioni in cui c’è il gettone di presenza ma si riservano solo ai soliti furbetti e lecchini come Mastrota (delibera n. 1030/2015), delibere con riconoscimenti di funzioni di dirigente.
E’ una vergogna e una mortificazione per chi ha capacità e competenze che vanno al di là di Franco Pacenza e del suo cerchio magico.