Cosenza, Scarpelli sfrutta i dipendenti (ma non ditelo a nessuno)

Vorremmo chiedere una cosa al direttore della sede Inps di Cosenza e al direttore dell’Ufficio territoriale del lavoro: ma ci fate o ci siete? C’è qualcosa che sotto sotto vi impedisce di sanzionare con una multa milionaria il supermercato Scarpelli alla Riforma? Sì, proprio quello che dà il nome alla piazza, visto che ormai tutti i cosentini la chiamano piazza Scarpelli!

I fatti sono semplici da raccontare. Il famoso supermercato, con annessi ristoranti, bar, edicole, eccetera, applica alla perfezione la teoria del plusvalore tanto cara a Carlo Marx. I dipendenti vengono sfruttati alla grande, lavorano anche nei giorni festivi e di domenica, percepiscono la metà dello stipendio che è in busta paga e di straordinari manco a parlarne. Basterebbe interrogare qualcuno di loro per capirlo e rendersene conto. Se ne sono accorti persino quegli anacronistici militanti di Rifondazione Comunista e Potere al popolo che la mattina di Santo Stefano sono andati là davanti per fare un po’ di ciroma e meno male che non c’erano gli sgherri di Occhiuto (la mattina si alzano tardi dopo aver fatto bisboccia tutta la notte alla faccia dei cosentini senza un euro) che se no prendevano anche qualche schiaffo. Per quanto riguarda straordinari e festivi basterebbe requisire le telecamere e rendersi conto che i dipendenti lavorano almeno 12 ore al giorno (!), ogni giorno, feste comprese.
Il nuovo caporale è Attilio Scarpelli, che usa i filippini a libro paga (quattro soldi) anche per farsi pulire la sua abitazione. Attilio è il figliolo prediletto del patron, Gianfranco Scarpelli detto Mozzarellone, che non contento del suo stipendio di primario all’ospedale in quota Cinghiale, deve fottere i cosentini anche con la sua macchina da guerra della Riforma. E pazienza se ogni tanto si becca qualche interdizione e qualche condanna dal porto delle nebbie. L’interdizione gliela tolgono dopo un mese e la condanna non solo non gli toglie il sonno ma lo fa sganasciare dalle risate.

Gianfranco Scarpelli alias Mozzarellone

Una cosa vergognosa che, oltre alle solite vicende del porto delle nebbie che ormai raccontiamo da due anni e mezzo, vede il silenzio degli uffici del lavoro e dei sindacati.

Eh sì, i sindacati, ricordiamo tra gli altri il fratello del cinghiale Lello Gentile, che alla UIL la faceva da padrone così tanto che la protesta era pura utopia. Idem come sopra per quei vendutazzi della Cgil (che è diventata peggio di Forza Italia) e della Cisl, da sempre piegata a 90 gradi al potere. 
Morale della favola: Scarpelli sfrutta alla grande i dipendenti, lo fa sfacciatamente e alla luce del sole e nessuno osa fare qualcosa per fermarlo. E noi che denunciamo queste cose dobbiamo stare pure attenti, che di questi tempi non si sa mai. Povera Cusenza nostra!