Cosenza sfregiata per sempre: ci mancava solo il McDonald’s

di Alberto Frisone

La città di Cosenza è, ormai, sfregiata per sempre: il Castello Svevo ridotto a lounge bar con ascensore-missile, una parte consistente del Centro storico è semidiruta e forzosamente ripopolata in maniera impropria, alcuni palazzi seicenteschi sono stati incomprensibilmente demoliti dall’Amministrazione comunale, l’area archeologica di Piazzetta Toscano devastata e sequestrata dalla Procura, il paesaggio fluviale è stato irrimediabilmente sconciato da un enorme, fuori-scala e costosissimo ponte che collegherà il nulla con il nulla, si attende con terrore la costruzione di una risibile ovovia che (copiando maldestramente quella di Grenoble) collegherebbe la sponda del fiume con l’ormai “estetistico” Castello.

Si attende, con ancora maggior terrore, la costruzione dell’orribile manufatto che dovrebbe contenere il Museo del Nulla-Alarico, tutte le piazze e piazzette della città sono state ridisegnate assecondando e amplificando il tipico gusto “estetistico” che tanto piace alle masse cittadine di “depilados”, la viabilità è stata piegata all’esigenza di riempire il buco nero-parcheggio di Piazza Fera (si chiama ancora così, per decisione del Tribunale).

Arrivano, a completamento del piano estetistico pluriennale, il ristorante slow food McDonald’s, le bancarelle che vendono decorazioni natalizie made in China, il concertone di Capodanno e, non abbiate timore, le immancabili e tamarrissime luminarie.
Cosenza, in pochi anni, si è trasformata in una città ESTETISTICA, ma
non c’è nulla di cui preoccuparsi, nulla a cui opporsi, non temete, perché stanno arrivando, per buona pace di tutti, 500 milioni di euro circa per la Metro leggera ed il nuovo Ospedale.