Cosenza, sparatoria al B-Side. Vi chiedo soltanto una cosa: perché? (di Andrea Molinari)

di Andrea Molinari

Innanzitutto, ringrazio la redazione di Iacchite’ che mi ha dato l’opportunità di esprimere finalmente la mia versione, poiché fino ad oggi non è mai stato possibile. Negli articoli letti finora, non ho mai parlato di questo caso in cui sono coinvolto in prima persona, mentre tantissimi sono stati i commenti sulla mia persona e sulla vicenda stessa, soprattutto all’inizio, ne ho sentito di tutti i colori, credetemi! Oltre al danno, anche la beffa!

I vari giornali locali, fin dal principio, hanno pubblicato di tutto e di più, compreso il ritrovamento di un’arma, che in realtà non è mai stata trovata e che alla fine è diventata un’ulteriore aggravante all’esito della condanna “lieve” riportata. Tutto quello che in questi giorni è stato pubblicato, non è altro che lo scempio giudiziario che ho dovuto sopportare. Personalmente, lo chiamo Errore Giudiziario Volontario o “simu tutti cicati daveru”. Tutto questo è scritto sulle carte del procedimento, con tanto di firme e timbri dei vari protagonisti o professionisti ? Fate voi.

E ne potrei raccontare tante altre, ma cercherò di essere molto breve.

Non solo non ho MAI sparato al buttafuori (ed in questa vicenda la mia versione è rimasta sempre identica, a differenza di tante altre di persone coinvolte), ma sono stato il solo a subire. Perché? A te che stai leggendo, chiedo: Perché?

Non c’è cosa più bella nella vita di svegliarsi al mattino, potersi guardare nello specchio ed essere orgogliosi di se stessi, di essere consapevoli di non aver fatto del male a nessuno.

Sono riusciti a trasformare la frase “È CHIÙ GRANNE I MIA” in un nome e cognome: IL MIO! Silvan vi fa un baffo!

Mi avete accollato un soprannome che non mi appartiene. Non ho assolutamente i tratti somatici di un asiatico, come addirittura me li avevano attribuiti in aula. Soltanto a sopportare tutto ciò ce n’è voluta di pazienza e fegato, ve lo giuro! Il maglione, a questo punto, è stato un gioco da ragazzi contaminarlo. Ma la ciliegina sulla torta è stato il teste-chiave. Avete segnato la vita di un giovane di soli 18 anni, un burattino nelle mani di chi? Il regista? Tornatore, in questo caso, è un dilettante al vostro cospetto. È diventato un testimone di INGIUSTIZIA. Il tocco di classe è stato quello di non far sapere nulla ai familiari dell’appena diciottenne. E se lo facessero ai vostri figli? Come vi sentireste? Riuscireste a guardarli negli occhi o almeno un po’ vi vergognereste?

Per fortuna, da lassù, qualcuno, quella notte, ci ha voluto bene tutti: in primis al buttafuori che è stato sparato, un altro giovane che ha rischiato la vita. E credetemi, tutte le volte che andavo a letto, ringraziavo Dio di questa cosa, sia per lui, ma egoisticamente, anche per me, altrimenti ora non sarei qui a scrivere. Dove sarei stato ancora lo potete immaginare tutti, tanto nessuno avrebbe mai fatto niente per aiutarmi. Sarei rimasto una vita a marcire dietro le sbarre e la domanda che mi facevo sempre era la più semplice: Perché?

Spero solo che non farete mai più a nessuno una cosa del  genere, me lo auguro con tutto il cuore ed è proprio per questo motivo che ho deciso di far emergere i fatti. Come potevo tenere tutto dentro ?

Gia nell’anno 2011, dopo che il teste aveva finalmente dichiarato la verità,  ho presentato un primo ricorso di revisione, ma, nonostante tutto, mi è stato respinto. Mi sarei risparmiato qualche anno di sofferenza, e forse avrei potuto salvare il salvabile, ma neanche quello sono riuscito ad ottenere. Dopo aver scontato per intera la condanna, sono sopraggiunte nuove prove a mio favore, questa volta raccolte in una procura antimafia. Ci sono voluti anni per avere quei verbali, e nonostante tutto, dal tribunale di Salerno mi vedo respingere un ulteriore ricorso. E allora mi chiedo: ma questa giustizia esiste davvero o è un’utopia? Come devo fare per dimostrare che io in questa storia non c’entro un c…..???

Sapete anche perchè lo devo fare? Perché non sopporto l’idea di portarmi sulle spalle, per tutta la vita, questa etichetta parecchio scomoda che mi avete appiccicato. Anche perchè non è giusto che quando vengo fermato per un normale controllo, devono trovare per forza delle armi che francamente non ho mai avuto nella mia vita.

A questo punto, spero che la Cassazione, quantomeno, mi permetta di discutere un nuovo processo con tutte le prove, vecchie e nuove, tutte a mio favore, visto che cose da dire ce ne sarebbero veramente tante in questa assurda vicenda.

Comunque, finalmente ho detto la mia e già mi sento meglio. Un consiglio che mi sento di dare? Prima di giudicare qualcuno o qualcosa, informatevi bene, non sputate sentenze senza conoscere fatti e circostanze, perché le calunnie infondate fanno male, forse più che un colpo di pistola, perché te le trascinerai per tutto il resto della vita. Lasciano delle cicatrici indelebili nella mente e nel cuore.

Adesso non mi resta che ringraziarti di avermi letto, non voglio più annoiarti con questa storiaccia, che a me ha ormai stancato tantissimo. Ci sarebbe tanto altro da rivelare, ma certe cose solo di persona si possono descrivere e raccontare, guardando negli occhi le persone, come mi è solito fare. Magari un giorno mi sarà possibile, non perderò mai la speranza. Spero solo che avvenga il più presto possibile e mi auguro con tutto il cuore una decisione favorevole della Corte di Cassazione, in un’aula di Giustizia, se ancora la si può considerare tale.

A presto.