Cosenza spericolata. Mario e Roberto Occhiu’, i maghi della truffa

Non c’è dubbio: quella di Mario e Roberto Occhiu’ è una vita tirata al massimo, sempre col piede sull’acceleratore. Un’esistenza piena di avventure e disavventure che nemmeno Huckleberry Finn avrebbe potuto immaginare. Un percorso consumato in un continuo saliscendi: dalla terra di sopra alla terra di sotto, con tappe obbligate nella terra di mezzo. Una trama che, al confronto, fa sembrare Suburra una favoletta per bambini.

Mario e Roberto come Duke e Gonzo che attraversano Las Vegas con una Chevrolet decappottabile rossa, vivendo esperienze paradossali tra casinò, hotel e il deserto. L’unica differenza sta nelle esperienze: quelle di Mario e Roberto sono sicuramente meno introspettive e più concrete — intrallazzi, bancarotte, truffe, furti, ricatti e vizi segreti. Quasi quarant’anni di intrighi “vissuti pericolosamente”.

La loro specialità: la truffa. Esperti come pochi nel vendere ciò che non hanno, così bravi che al confronto Frank William Abagnale Jr. (Leonardo Di Caprio in “Prova a prendermi”) gli spiccia casa. Capaci di gonfiare “bolle” così consistenti che anche la Lehman Brothers si inginocchierebbe davanti a tanta maestria. Abili nei travestimenti e nel presentarsi per quello che non sono, ingannerebbero anche Ferdinand Waldo Demara Jr. (interpretato da Tony Curtis ne “Il grande impostore”). Insieme sono riusciti a truffare più di 40 milioni di euro.

Maestri del sistema Ponzi, applicato soprattutto a banche e istituti di credito, usando le loro potenti conoscenze e i loro ruoli istituzionali per ottenere prestiti e fidi che a un comune mortale, con cento garanzie, non concederebbero mai. Mario, ad esempio, riuscì a truffare la stessa banca per ben due volte: chiese e ottenne un prestito di 1.600.000 euro, con la promessa di agevolare, attraverso il fratello Roberto allora in Parlamento, un emendamento che li riguardava. Prestito che ovviamente non restituì e, nonostante la forte morosità, riuscì a ottenere un altro prestito dalla stessa banca di 3.600.000 euro. Nu mastruni. Truffa che va sommata alle tante altre messe in atto con le numerose scatole cinesi, solo per citarne alcune: 2.407.461 euro con la società Oltrestudio; 2.313.790 euro con il Moa; 6.587.854 euro più 2.952.371 euro con la società Mostre e Servizi Ingegneria. Roba che, se fosse ancora vivo, Bernard Madoff (ex presidente del Nasdaq) correrebbe a stringergli la mano.

Da sempre in fuga dai creditori, lasciandosi dietro bancarotte, mutui fantasma, prestiti mai restituiti e tanta gente rovinata, la loro corsa non ha niente da invidiare a quella di Thelma e Louise. E come Thelma e Louise, Mario e Roberto accelerano, cambiano corsia, sgommano, e intanto i guai restano sempre lì, a inseguirli. Una vita spericolata, direbbe Vasco, che manco Steve McQueen. Ma ogni corsa finisce sempre lì, su un binario segnato: come un Treno per Yuma che non devia mai dal malaffare, perché è questa la loro essenza.

“Può un uomo collocarsi fuori dalla sua storia? No, non lo può”, disse Ricotta citando Pasolini in Romanzo Criminale. E gli Occhiuto non possono collocarsi fuori dalla loro vera storia: una storia fatta di imbrogli, di inganni e di truffe. Una storia che non si redime con i travestimenti né con le maschere, perché per quanto cambino volto resta sempre la stessa trama. Possono nascondersi dietro “I dieci volti dell’assassino”, ma non possono fare a meno di trovare sempre una nuova truffa da mettere in scena. Ed è questo il “Vizietto” che prima o poi li farà cadere. Perché anche loro, come in “Brokeback Mountain”, hanno un segreto che non potranno nascondere per sempre.