Cosenza. Strage di corso Telesio: a tre anni dal rogo, nessun colpevole

19 Agosto 2020

Quelli che di seguito vi proponiamo sono 24 articoli dedicati ad uno dei fatti di cronaca che più di altri ha sconvolto la nostra città. Oggi ricorre il terzo anniversario del “rogo di Corso Telesio” dove persero la vita, bruciate vive, tre persone e un cagnolino. Morirono, divorati dalle fiamme: Serafina, Roberto e Tonino. Tre personaggi molto conosciuti nella città vecchia. Un’orrenda strage, perché di questo si tratta, che ancora all’oggi non ha un colpevole: le fiamme che allora si svilupparono in pochi minuti, furono, come da referto della scientifica e dei Vigili del Fuoco, di natura dolosa. Qualcuno incendiò volutamente il portone di ingresso dello stabile, forse un atto intimidatorio contro i tre che sfuggì di mano agli incendiari, trasformandosi in tragedia.

L’incendio, oltre a distruggere l’appartamento sito nell’antica Torre campanaria del Duomo di Cosenza, dove, in una situazione di degrado assoluto, vivevano i tre e il cagnolino, interessò anche parte dell’adiacente Palazzo Compagna, di proprietà del nobile Roberto Bilotti dove da poco era stata inaugurata la residenza dei Ruggi di Aragona, al cui interno venivano “custoditi” importanti libri, tra questi alcuni manoscritti del filosofo cosentino Bernardino Telesio, finiti, a detta loro, completamente divorati dalle fiamme. A gestire la “biblioteca” tale Renato Nuzzolo, che in questa storia, come vedrete, dirà tutto e il contrario di tutto. La soluzione del giallo ruota attorno a queste due figure: Bilotti e Nuzzolo, che da subito denunciarono la grave perdita di un testo del filosofo Bernardino Telesio, descritto dal Bilotti come una copia unica e rara, salvo poi scoprire che si trattava di una delle tante “ristampe” della famosa opera del Telesio “De Rerum natura”, di scarso valore.

A distanza di tre anni la procura cittadina non è riuscita a far luce su quanto accaduto in quel caldo agosto di tre anni fa. Forse perché ad essere coinvolti sono personaggi della borghesia con conoscenza altisonanti e amici del sindaco Mario Occhiuto. E quando si tratta di personaggi di questo calibro, la procura, anche di fronte ad una strage come questa è disposta, come sempre, a chiudere un occhio.

Buona lettura.